Vi spiego com’è essere Romeo


Vi spiego com’è essere Romeo
Sergei Polunin foto Alexey Kerkis

Di lui si è parlato molto sui giornali, i social, sul grande schermo dove la sua vita, segnata da un’infanzia difficile in Ucraina, è nato a Kherson nel 1989, è raccontata nel documentario Dancer (2017) di Steven Cantor ma soprattutto dopo la clamorosa rottura con il Royal Ballet che, a 19 anni l’aveva già nominato primo ballerino e dove la scuola l’aveva accolto, a 13, grazie a una borsa di studio della “Rudolf Nureyev Foundation”. Da allora nessun ripensamento perché Sergei Polunin è uno spirito libero e coraggioso, con un corpo tatuato che danza nei più importanti teatri del mondo, entra a pieno titolo nelle riviste di moda e  si esibisce con spettacoli prodotti dalla sua società, Polunin Ink, sui palcoscenici internazionali. In questa intervista ci parla del debutto in Romeo & Giulietta di Johan Kobborg, a Verona, in attesa di vederlo di nuovo a Milano in primavera, al Teatro degli Arcimboldi in Rasputin di Oishi.
Per la prima volta danza il ruolo di Romeo nello scenario suggestivo  dell’Arena di Verona, è emozionato?
“Ha molto senso danzare Romeo & Giulietta a Verona (ride), è una grande produzione che non cambia l’originale ma è  più veloce e adatta  alle nuove generazioni; era un’obbiettivo e sono felice di raggiungerlo insieme a una grande ballerina come Alina Cojocaru”.
Il suo “Romeo” che tipo è?
“Un giovane pieno di energie, di amore, di passione”.
La rappresenta?
“Quando si interpreta un personaggio non deve essere uguale a noi, se no è falso, diciamo che c’è molto di me”.
E’ vero che ha trovato la sua Giulietta reale su Instagram, Elena Ilinykh campionessa di pattinaggio sul ghiaccio?
“Sì, è la mia compagna. L’amore è quello che da senso alla vita e mette ogni cosa al posto giusto”.
Che relazione ha con questa coppia straordinaria che ha incontrato al Royal Ballet, Cojocaru e Kobberg?
“E’ incredibilmente importante, Kobberg conosce il gusto del balletto classico,  lo rispetta ma lo interpreta in un modo nuovo”.
Cosa farà in qualità di direttore della Scuola Nazionale di Balletto a Sebastopoli, in Crimea?
“Stiamo organizzando un’audizione con i bambini per aiutarli a raggiungere il successo nella vita e dare loro supporto”.

Pubblicato in TuttoMilano 1/8/2019

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Vi spiego com’è essere Romeo


Vi spiego com’è essere Romeo
Sergei Polunin foto Alexey Kerkis

Di lui si è parlato molto sui giornali, i social, sul grande schermo dove la sua vita, segnata da un’infanzia difficile in Ucraina, è nato a Kherson nel 1989, è raccontata nel documentario Dancer (2017) di Steven Cantor ma soprattutto dopo la clamorosa rottura con il Royal Ballet che, a 19 anni l’aveva già nominato primo ballerino e dove la scuola l’aveva accolto, a 13, grazie a una borsa di studio della “Rudolf Nureyev Foundation”. Da allora nessun ripensamento perché Sergei Polunin è uno spirito libero e coraggioso, con un corpo tatuato che danza nei più importanti teatri del mondo, entra a pieno titolo nelle riviste di moda e  si esibisce con spettacoli prodotti dalla sua società, Polunin Ink, sui palcoscenici internazionali. In questa intervista ci parla del debutto in Romeo & Giulietta di Johan Kobborg, a Verona, in attesa di vederlo di nuovo a Milano in primavera, al Teatro degli Arcimboldi in Rasputin di Oishi.
Per la prima volta danza il ruolo di Romeo nello scenario suggestivo  dell’Arena di Verona, è emozionato?
“Ha molto senso danzare Romeo & Giulietta a Verona (ride), è una grande produzione che non cambia l’originale ma è  più veloce e adatta  alle nuove generazioni; era un’obbiettivo e sono felice di raggiungerlo insieme a una grande ballerina come Alina Cojocaru”.
Il suo “Romeo” che tipo è?
“Un giovane pieno di energie, di amore, di passione”.
La rappresenta?
“Quando si interpreta un personaggio non deve essere uguale a noi, se no è falso, diciamo che c’è molto di me”.
E’ vero che ha trovato la sua Giulietta reale su Instagram, Elena Ilinykh campionessa di pattinaggio sul ghiaccio?
“Sì, è la mia compagna. L’amore è quello che da senso alla vita e mette ogni cosa al posto giusto”.
Che relazione ha con questa coppia straordinaria che ha incontrato al Royal Ballet, Cojocaru e Kobberg?
“E’ incredibilmente importante, Kobberg conosce il gusto del balletto classico,  lo rispetta ma lo interpreta in un modo nuovo”.
Cosa farà in qualità di direttore della Scuola Nazionale di Balletto a Sebastopoli, in Crimea?
“Stiamo organizzando un’audizione con i bambini per aiutarli a raggiungere il successo nella vita e dare loro supporto”.

Pubblicato in TuttoMilano 1/8/2019

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