Al via Biennale Danza a Venezia di Wayne McGregor


Al via Biennale Danza a Venezia di Wayne McGregor
Navy Blue di Oona Doherty - Š Sinje Hasheider

Si apre il sipario su Altered States, titolo della terza edizione della Biennale Danza diretta dal coreografo britannico Wayne McGregor. A partire da giovedì 13 luglio e fino a sabato 29 luglio coreografi invitati da tutto il mondo, “alchimisti del movimento” secondo McGregor, si alterneranno negli spazi dell’Arsenale e nei Teatri Malibran, Piccolo Arsenale e del Parco a Mestre. Il Festival inaugura giovedì 13 luglio alle 17.30 alle Sale d’Armi dell’Arsenale con la consegna del Leone d’oro alla carriera alla coreografa italo-americana Simone Forti e l’inaugurazione della mostra retrospettiva a lei intitolata, realizzata in collaborazione con il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (MOCA) e aperta per tutta la durata del Festival. La sera, alle 19.30 alle Tese dei Soppalchi dell’Arsenale, debutta in prima assoluta Bogotá della coreografa colombiana di stanza a Montréal Andrea Peña. A seguire, alle 22.00 al Teatro alle Tese, Oona Doherty, già vincitrice del Leone d’argento nel 2021, che presenta in prima per l’Italia la sua ultima creazione, Navy Blue. <<Quando danziamo o assistiamo a straordinarie performance di danza, le sensazioni corporee più profonde provocano cambiamenti, perché le reazioni chimiche che avvengono dentro di noi alterano le nostre percezioni in tempo reale- scrive Wyane MacGregor- Il respiro accelera, gli occhi guizzano, il battito cardiaco aumenta e il petto si contrae; oppure ci calmiamo, ci rilassiamo, gli occhi si spalancano, i peli sulla pelle si rizzano: le connessioni tra il cervello , il corpo, la mente e il mondo si rimodellano e, a volte, quando siamo siamo fortunati, si trasformano. Può capitare di sentirsi euforici, stimolati, eccitati, infuriati, sorpresi, adrenalinici, trasportati, o più semplicemente, siamo lì seduti con le lacrime che ci scorrono lungo il viso. E’ il potere della danza. Maggiore è la nuova affinità con l’opera d’arte, più radicale è lo stato di alterazione nel muoversi dal prosaico al profondo. La danza, quindi, è in grado di cambiare il nostro stesso stato d’animo>>.

 

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Si apre il sipario su Altered States, titolo della terza edizione della Biennale Danza diretta dal coreografo britannico Wayne McGregor. A partire da giovedì 13 luglio e fino a sabato 29 luglio coreografi invitati da tutto il mondo, “alchimisti del movimento” secondo McGregor, si alterneranno negli spazi dell’Arsenale e nei Teatri Malibran, Piccolo Arsenale e del Parco a Mestre. Il Festival inaugura giovedì 13 luglio alle 17.30 alle Sale d’Armi dell’Arsenale con la consegna del Leone d’oro alla carriera alla coreografa italo-americana Simone Forti e l’inaugurazione della mostra retrospettiva a lei intitolata, realizzata in collaborazione con il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (MOCA) e aperta per tutta la durata del Festival. La sera, alle 19.30 alle Tese dei Soppalchi dell’Arsenale, debutta in prima assoluta Bogotá della coreografa colombiana di stanza a Montréal Andrea Peña. A seguire, alle 22.00 al Teatro alle Tese, Oona Doherty, già vincitrice del Leone d’argento nel 2021, che presenta in prima per l’Italia la sua ultima creazione, Navy Blue. <<Quando danziamo o assistiamo a straordinarie performance di danza, le sensazioni corporee più profonde provocano cambiamenti, perché le reazioni chimiche che avvengono dentro di noi alterano le nostre percezioni in tempo reale- scrive Wyane MacGregor- Il respiro accelera, gli occhi guizzano, il battito cardiaco aumenta e il petto si contrae; oppure ci calmiamo, ci rilassiamo, gli occhi si spalancano, i peli sulla pelle si rizzano: le connessioni tra il cervello , il corpo, la mente e il mondo si rimodellano e, a volte, quando siamo siamo fortunati, si trasformano. Può capitare di sentirsi euforici, stimolati, eccitati, infuriati, sorpresi, adrenalinici, trasportati, o più semplicemente, siamo lì seduti con le lacrime che ci scorrono lungo il viso. E’ il potere della danza. Maggiore è la nuova affinità con l’opera d’arte, più radicale è lo stato di alterazione nel muoversi dal prosaico al profondo. La danza, quindi, è in grado di cambiare il nostro stesso stato d’animo>>.

 

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