Coraggio, perseveranza, disciplina l’icona di una stella nel film “Carla”


Coraggio, perseveranza, disciplina l’icona di una stella nel film “Carla”
“CARLA" Elisa Proietti e Elena Cotta

E’ stata scelta dopo un’attenta selezione con 400 candidate, Elisa Proietti, dieci anni, un faccino pulito, dolce ma determinata, per interpretare Carla Fracci bambina nel  film Carla in prima serata, su RaiUno, il 5 dicembre e nei cinema dall’8 al 10 novembre. Una pellicola commovente e autentica che racconta la vita di quest’artista e donna straordinaria, la ballerina assoluta, liberamente ispirato all’autobiografia Passo dopo Passo-La mia storia (Mondadori) che la stessa étoile, scomparsa il 27 maggio 2021, ha potuto seguire con il marito Beppe Menegatti e la loro collaboratrice storica Luisa Graziadei. A prestare volto e anima all’icona della danza mondiale è l’attrice Alessandra Mastronardi, affiancata per le parti danzanti da Susanna Salvi, da poco nominata étoile dell’Opera di Roma in questa coproduzione Rai Fiction-Adele con la regia di Emanuele Imbucci su un soggetto di Fabio Scamoni e Graziano Diana. Il film si apre con Carla bambina in campagna, con la nonna, interpretata con toccante amorevolezza dall’attrice Elena Cotta presente e commossa in conferenza stampa alla Scala, figura centrale nella vita della futura ballerina che, nel periodo drammatico dei bombardamenti, forma il suo carattere in una vita semplice, a contatto con la natura e dove il volo di una libellula diventerà il suo mantra artistico ogni volta che affronterà il palcoscenico. Un film che lascia spazio alla poesia ma che non concede sconti sulla fatica rigorosa di una professione che richiede continua disciplina e sforzo, irta di ostacoli, tra gioie e delusioni; ad accompagnarla in questa ascesa la lungimirante e illuminata  insegnate  di danza Esmee Bulnès interpretata da Euridice Axen, l’amicizia autentica con la nobile compagna di corso Ginevra Andegari , la brava Paola Calliari e l’Amore (quello con la A maiuscola) indissolubile con Beppe Menegatti, compagno di vita e nell’arte che la Fracci ha conosciuto proprio nel tempio del balletto milanese quando lui era assistente di Luchino Visconti, il cui ruolo è stato affidato al bravissimo Stefano Rossi Giordano, delicato, sensibile, determinato. Gli incontri di una carriera unica, con il mito della danza Rudolf Nureyev (Léo Dussolier) e lo strepitoso danzatore Eric Bruhn (Alan Cappelli Gotz), con Visconti (Lorenzo Lavia) che la scelse per l’Opera Le Spectre de la Rose (1955), danzato alla Scala con Mario Pistoni (Gabriele Rossi) dopo la Sonnambula con Maria Callas (Paola Lavini), la benevola protezione e stima del Sovrintendente Antonio Ghiringhelli (Maurizio Donadoni), i genitori, il papà Luigi (Pietro Ragusa), tranviere che tutte le mattine l’accompagnava alla scuola in Piazza Scala e strimpellava il campanello per salutarla quando passava, la mamma sarta, Santina (Maria Amelia Monti) , che le cuciva i costumi per i balletti. Un film che mette in luce la determinazione, il coraggio e i valori di una donna che non temeva le sfide, anche quella della maternità, all’epoca assolutamente non contemplata per le étoile e che invece Fracci proclama come una benedizione e un inno alla vita.

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“CARLA" Elisa Proietti e Elena Cotta

E’ stata scelta dopo un’attenta selezione con 400 candidate, Elisa Proietti, dieci anni, un faccino pulito, dolce ma determinata, per interpretare Carla Fracci bambina nel  film Carla in prima serata, su RaiUno, il 5 dicembre e nei cinema dall’8 al 10 novembre. Una pellicola commovente e autentica che racconta la vita di quest’artista e donna straordinaria, la ballerina assoluta, liberamente ispirato all’autobiografia Passo dopo Passo-La mia storia (Mondadori) che la stessa étoile, scomparsa il 27 maggio 2021, ha potuto seguire con il marito Beppe Menegatti e la loro collaboratrice storica Luisa Graziadei. A prestare volto e anima all’icona della danza mondiale è l’attrice Alessandra Mastronardi, affiancata per le parti danzanti da Susanna Salvi, da poco nominata étoile dell’Opera di Roma in questa coproduzione Rai Fiction-Adele con la regia di Emanuele Imbucci su un soggetto di Fabio Scamoni e Graziano Diana. Il film si apre con Carla bambina in campagna, con la nonna, interpretata con toccante amorevolezza dall’attrice Elena Cotta presente e commossa in conferenza stampa alla Scala, figura centrale nella vita della futura ballerina che, nel periodo drammatico dei bombardamenti, forma il suo carattere in una vita semplice, a contatto con la natura e dove il volo di una libellula diventerà il suo mantra artistico ogni volta che affronterà il palcoscenico. Un film che lascia spazio alla poesia ma che non concede sconti sulla fatica rigorosa di una professione che richiede continua disciplina e sforzo, irta di ostacoli, tra gioie e delusioni; ad accompagnarla in questa ascesa la lungimirante e illuminata  insegnate  di danza Esmee Bulnès interpretata da Euridice Axen, l’amicizia autentica con la nobile compagna di corso Ginevra Andegari , la brava Paola Calliari e l’Amore (quello con la A maiuscola) indissolubile con Beppe Menegatti, compagno di vita e nell’arte che la Fracci ha conosciuto proprio nel tempio del balletto milanese quando lui era assistente di Luchino Visconti, il cui ruolo è stato affidato al bravissimo Stefano Rossi Giordano, delicato, sensibile, determinato. Gli incontri di una carriera unica, con il mito della danza Rudolf Nureyev (Léo Dussolier) e lo strepitoso danzatore Eric Bruhn (Alan Cappelli Gotz), con Visconti (Lorenzo Lavia) che la scelse per l’Opera Le Spectre de la Rose (1955), danzato alla Scala con Mario Pistoni (Gabriele Rossi) dopo la Sonnambula con Maria Callas (Paola Lavini), la benevola protezione e stima del Sovrintendente Antonio Ghiringhelli (Maurizio Donadoni), i genitori, il papà Luigi (Pietro Ragusa), tranviere che tutte le mattine l’accompagnava alla scuola in Piazza Scala e strimpellava il campanello per salutarla quando passava, la mamma sarta, Santina (Maria Amelia Monti) , che le cuciva i costumi per i balletti. Un film che mette in luce la determinazione, il coraggio e i valori di una donna che non temeva le sfide, anche quella della maternità, all’epoca assolutamente non contemplata per le étoile e che invece Fracci proclama come una benedizione e un inno alla vita.

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