“Danza con me”: una miscela armoniosa di danza e ironia


“Danza con me”: una miscela armoniosa di danza e ironia
Roberto Bolle in "Danza con me" - Frankenstein Junior

Oltre quattro milioni di spettatori hanno “danzato con gli occhi” insieme a Roberto Bolle e ai suoi fantastici ospiti l’uno gennaio su Rai 1. Un successo annunciato (21.3% di share, leggermente meno rispetto all’anno scorso con 21.5%) che conferma l’alta qualità di un programma dedicato alla danza ma destinato ad appassionare il grande pubblico attraverso il coinvolgimento di attori, musicisti, comici, étoiles di livello internazionale, gli allievi del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e quest’anno, anche un robot, un braccio meccanico con il quale Bolle ha duettato con tenerezza come fosse un bambino accompagnato dalla canzone “La cura” di Franco Battiato. Mi sono divertita con le “gags” di Bolle con Pif (le mosse “eleganti, non cafone” per chiamare un taxi), con la comicità dei quattro “Moschettieri del Re” (Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Sergio Rubini, Rocco Papaleo); ho riso per il passo a tre con Bolle, Fabio De Luigi e Agnese Di Clemente, mi ha divertito “Singing in the rain” con Cesare Cremonini e Virna Toppi. Ironia ma anche tanta poesia nei passi a due: quello romantico con Alessandra Ferri, comico con Elisa Badenes che prendeva in giro la ballerina classica con occhiali e borsetta, mi sono emozionata con Opus 100 di John Neumeier, un omaggio all’amico Maurice Béjart per i suoi settant’anni, sulle canzoni di Simon e Garfunkel, in coppia con Alexandre Riabko del Balletto di Amburgo. Mi ha sedotto l’intreccio di corpi, nel pezzo contemporaneo Qualia del coreografo britannico Wayne Mc Gregor con Melissa Hamilton del Royal Ballet, mi ha colpito il tango sensuale con Nicoletta Manni e la freschezza espressiva, autentica, del passo a due con Polina Semionova in Cantata di Bigonzetti su pezzi di musicisti napoletani e pugliesi. Ma la sorpresa più grande è stato Bolle, con bombetta e bastone nell’omaggio a “Frankenstein Junior” di Mel Brooks con Luca e Paolo, l’ho trovato assolutamente centrato nella parte, stralunato, comico e poetico. Mi ha commosso l’ accorato solo, Capriccio 24 di Mauro Bigonzetti sulle 11 variazioni del compositore genovese Nicolò Paganini, un omaggio alla città di Genova colpita dalla tragedia del Ponte Morandi.

Qui il link alla trasmissione Rai

Commenti ricevuti

  1. Antonio ha detto:

    Bolle avvicina alla Danza con immediatezza e fascino anche i profani di questo mondo romanticamente classico grazie anche agli audaci inserti di contemporanea frugalità.
    Bello tutto lo spettacolo, evitabile quel duo in biancheria intima

  2. Maurizio Cesati ha detto:

    Bolle è, come tutti i geni, un innovatore.
    Per rompere gli schemi classici del passato e portare freschezza e novità nell’arte della danza (ma direi in tutte le manifestazioni dell’arte) bisogna essere allo stesso tempo “consapevoli” delle proprie capacità e “inconsapevoli” del rischio che ci si assume .. E questo dualismo magico, quando accade, fa miracoli.

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“Danza con me”: una miscela armoniosa di danza e ironia


“Danza con me”: una miscela armoniosa di danza e ironia
Roberto Bolle in "Danza con me" - Frankenstein Junior

Oltre quattro milioni di spettatori hanno “danzato con gli occhi” insieme a Roberto Bolle e ai suoi fantastici ospiti l’uno gennaio su Rai 1. Un successo annunciato (21.3% di share, leggermente meno rispetto all’anno scorso con 21.5%) che conferma l’alta qualità di un programma dedicato alla danza ma destinato ad appassionare il grande pubblico attraverso il coinvolgimento di attori, musicisti, comici, étoiles di livello internazionale, gli allievi del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e quest’anno, anche un robot, un braccio meccanico con il quale Bolle ha duettato con tenerezza come fosse un bambino accompagnato dalla canzone “La cura” di Franco Battiato. Mi sono divertita con le “gags” di Bolle con Pif (le mosse “eleganti, non cafone” per chiamare un taxi), con la comicità dei quattro “Moschettieri del Re” (Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Sergio Rubini, Rocco Papaleo); ho riso per il passo a tre con Bolle, Fabio De Luigi e Agnese Di Clemente, mi ha divertito “Singing in the rain” con Cesare Cremonini e Virna Toppi. Ironia ma anche tanta poesia nei passi a due: quello romantico con Alessandra Ferri, comico con Elisa Badenes che prendeva in giro la ballerina classica con occhiali e borsetta, mi sono emozionata con Opus 100 di John Neumeier, un omaggio all’amico Maurice Béjart per i suoi settant’anni, sulle canzoni di Simon e Garfunkel, in coppia con Alexandre Riabko del Balletto di Amburgo. Mi ha sedotto l’intreccio di corpi, nel pezzo contemporaneo Qualia del coreografo britannico Wayne Mc Gregor con Melissa Hamilton del Royal Ballet, mi ha colpito il tango sensuale con Nicoletta Manni e la freschezza espressiva, autentica, del passo a due con Polina Semionova in Cantata di Bigonzetti su pezzi di musicisti napoletani e pugliesi. Ma la sorpresa più grande è stato Bolle, con bombetta e bastone nell’omaggio a “Frankenstein Junior” di Mel Brooks con Luca e Paolo, l’ho trovato assolutamente centrato nella parte, stralunato, comico e poetico. Mi ha commosso l’ accorato solo, Capriccio 24 di Mauro Bigonzetti sulle 11 variazioni del compositore genovese Nicolò Paganini, un omaggio alla città di Genova colpita dalla tragedia del Ponte Morandi.

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  1. Antonio ha detto:

    Bolle avvicina alla Danza con immediatezza e fascino anche i profani di questo mondo romanticamente classico grazie anche agli audaci inserti di contemporanea frugalità.
    Bello tutto lo spettacolo, evitabile quel duo in biancheria intima

  2. Maurizio Cesati ha detto:

    Bolle è, come tutti i geni, un innovatore.
    Per rompere gli schemi classici del passato e portare freschezza e novità nell’arte della danza (ma direi in tutte le manifestazioni dell’arte) bisogna essere allo stesso tempo “consapevoli” delle proprie capacità e “inconsapevoli” del rischio che ci si assume .. E questo dualismo magico, quando accade, fa miracoli.

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