Due connubi vincenti tra danza contemporanea e musica del ‘700: Michele Merola a Verona e William Forsythe a Brescia


Due connubi vincenti tra danza contemporanea e musica del ‘700: Michele Merola a Verona  e William Forsythe a Brescia
"Vivaldi Umane Passioni" di Michele Merola_foto Riccardo Panozzo_

William Forsythe ha segnato un’intera generazione di danzatori italiani, a partire da Aterballetto tra i quali si è formato anche il napoletano Michele Merola che, il 1° febbraio ha presentato con successo, in prima assoluta, il suo Vivaldi Umane Passioni (preceduto da Schubert Frames di Enrico Morelli) con musica dal vivo suonata dall’Ensemble Teatro Ristori (leggi mia presentazione www.belladanza.it/speciale-danza-due-debutti-a-verona-e-roma-forsythe-a-brescia-in-prima-italiana/). Una scelta vincente che ha confermato l’ottima qualità interpretativa dei giovani danzatori di MM Contemporary Dance Company impegnati con grande sensibilità e passione, a cogliere le più sottili assonanze con la musica barocca del grande compositore. Merola è riuscito a creare un suo registro coreografico preciso e in grande sintonia con la musica, (Concerto in B Flat Major RV 383), attraverso i movimenti a rallentatore dei sette danzatori, i toccanti passi a due, i corpi sospesi che s’impadroniscono dello spazio con forza e vigore, leggerezza e solitudine, su un fondale di tessuto stropicciato illuminato dalle calde luci di Cristina Spelti. Un approccio empatico e autentico dove i corpi sprigionano le turbolenze più intime delle emozioni umane ma anche tutta la loro luce e bellezza interiore. Due mondi uniti, il vecchio e il nuovo, rappresentati dalla musica di Vivaldi e dai movimenti contemporanei di questi giovani corpi che, insieme, hanno dato vita a una solidale amicizia.

WILLIAM FORSYTHE_©BC20181003_”Seventeen_twentyone”_

Dopo la prima di Vivaldi Umane Passioni a Verona, il giorno dopo, mi sono goduta A quiet evening of dance, del coreografo statunitense William Forsythe, che ha debuttato, in prima italiana, il 2 febbraio, al Teatro Grande di Brescia (replica il 13 febbraio,  a Reggio Emilia, Teatro Valli www.iteatri.re.it), con sette danzatori storici della sua compagnia. La prima impressione è quella di entrare in un giardino zen, con il cinguettio degli uccellini anche se i protagonisti della scena non sono monaci,  ma la danzatrice Parvaneh Schafarali e Ander Zabala che si muovono con piccoli passi e rapidi cambi di direzione in un palcoscenico vuoto. A seguire, il bellissimo duetto con Jill Johnson e Christopher Roman che, accompagnati solo dai suoni dei loro respiri, hanno regalato una lezione del linguaggio coreografico di Forsythe, essenziale, minimalista, che seziona i più elementari movimenti del classico in un nuovo linguaggio disarticolato. Lo stesso cinguettio è ritornato, alla fine del primo atto, dopo il passo a due sui suoni di Morton Feldman, con due icone del balletto di Forsythe, Brigel Gjoka e Riley Watts. Unico tocco di colore e di gran classe, i lunghi guanti e i calzini dalle tinte sgargianti indossate dagli interpreti anche nel secondo atto con la nuova, suggestiva, creazione Seventeeen/Twenty One, su musica settecentesca del compositore Jean Philippe Rameau (Hippolyte et Aricie: Ritournelle da Une Symphonie Imaginaire). Nuovi orizzonti di lievità e gaiezza, più emozionanti, hanno invaso il cuore degli spettatori che, coinvolti in questo flusso di energia positiva, interpretato con leggerezza e ironia dai danzatori sulla musica di Rameau , si sono avvicinati a un’ideale di armonia davvero toccante.

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Due connubi vincenti tra danza contemporanea e musica del ‘700: Michele Merola a Verona e William Forsythe a Brescia


Due connubi vincenti tra danza contemporanea e musica del ‘700: Michele Merola a Verona  e William Forsythe a Brescia
"Vivaldi Umane Passioni" di Michele Merola_foto Riccardo Panozzo_

William Forsythe ha segnato un’intera generazione di danzatori italiani, a partire da Aterballetto tra i quali si è formato anche il napoletano Michele Merola che, il 1° febbraio ha presentato con successo, in prima assoluta, il suo Vivaldi Umane Passioni (preceduto da Schubert Frames di Enrico Morelli) con musica dal vivo suonata dall’Ensemble Teatro Ristori (leggi mia presentazione www.belladanza.it/speciale-danza-due-debutti-a-verona-e-roma-forsythe-a-brescia-in-prima-italiana/). Una scelta vincente che ha confermato l’ottima qualità interpretativa dei giovani danzatori di MM Contemporary Dance Company impegnati con grande sensibilità e passione, a cogliere le più sottili assonanze con la musica barocca del grande compositore. Merola è riuscito a creare un suo registro coreografico preciso e in grande sintonia con la musica, (Concerto in B Flat Major RV 383), attraverso i movimenti a rallentatore dei sette danzatori, i toccanti passi a due, i corpi sospesi che s’impadroniscono dello spazio con forza e vigore, leggerezza e solitudine, su un fondale di tessuto stropicciato illuminato dalle calde luci di Cristina Spelti. Un approccio empatico e autentico dove i corpi sprigionano le turbolenze più intime delle emozioni umane ma anche tutta la loro luce e bellezza interiore. Due mondi uniti, il vecchio e il nuovo, rappresentati dalla musica di Vivaldi e dai movimenti contemporanei di questi giovani corpi che, insieme, hanno dato vita a una solidale amicizia.

WILLIAM FORSYTHE_©BC20181003_”Seventeen_twentyone”_

Dopo la prima di Vivaldi Umane Passioni a Verona, il giorno dopo, mi sono goduta A quiet evening of dance, del coreografo statunitense William Forsythe, che ha debuttato, in prima italiana, il 2 febbraio, al Teatro Grande di Brescia (replica il 13 febbraio,  a Reggio Emilia, Teatro Valli www.iteatri.re.it), con sette danzatori storici della sua compagnia. La prima impressione è quella di entrare in un giardino zen, con il cinguettio degli uccellini anche se i protagonisti della scena non sono monaci,  ma la danzatrice Parvaneh Schafarali e Ander Zabala che si muovono con piccoli passi e rapidi cambi di direzione in un palcoscenico vuoto. A seguire, il bellissimo duetto con Jill Johnson e Christopher Roman che, accompagnati solo dai suoni dei loro respiri, hanno regalato una lezione del linguaggio coreografico di Forsythe, essenziale, minimalista, che seziona i più elementari movimenti del classico in un nuovo linguaggio disarticolato. Lo stesso cinguettio è ritornato, alla fine del primo atto, dopo il passo a due sui suoni di Morton Feldman, con due icone del balletto di Forsythe, Brigel Gjoka e Riley Watts. Unico tocco di colore e di gran classe, i lunghi guanti e i calzini dalle tinte sgargianti indossate dagli interpreti anche nel secondo atto con la nuova, suggestiva, creazione Seventeeen/Twenty One, su musica settecentesca del compositore Jean Philippe Rameau (Hippolyte et Aricie: Ritournelle da Une Symphonie Imaginaire). Nuovi orizzonti di lievità e gaiezza, più emozionanti, hanno invaso il cuore degli spettatori che, coinvolti in questo flusso di energia positiva, interpretato con leggerezza e ironia dai danzatori sulla musica di Rameau , si sono avvicinati a un’ideale di armonia davvero toccante.

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