“I mosaici di Liszt ” prima tappa europea a Milano dello spettacolo dell’Ungarian State Folk Ensemble


“I mosaici di Liszt ” prima tappa europea a Milano dello spettacolo dell’Ungarian State Folk Ensemble
"I Mosaici di Liszt" foto Gabor Dusa

Lo sforzo per il debutto milanese di I Mosaici di Liszt dell’Ungarian State Folk Ensemble, la compagnia di danza folk più importante del Paese e tra le più rinomate a livello mondiale diretta, dal 2002, dal regista e coreografo Gábor Mihályi, è davvero immane: una delegazione di 85 persone (30 ballerini, 15 musicisti, un pianista  e un coro ) è pronto per partire dall’Ungheria con grandi camion per l’unica data italiana, domenica 18 ottobre, a Milano, al Teatro Repower e, in tempo di Covid, non è cosa da poco. “Il Teatro è un luogo sicuro dove continuare  a vivere in massima sicurezza” ha spiegato Sara Maccari del Repower ” dove si  garantiscono tutte le misure di protezione richieste per la pandemia”. Uno spettacolo vivace all’insegna del ballo e della musica tradizionale tradotto però in un linguaggio contemporaneo, ispirato alla musica ungherese di Zoltan Kodaly, Bela Bartok e Ferencz Liszt. <<E’ un modo speciale di ballare- ha spiegato Gábor – assomiglia un po’ al lavoro del coreografo anglo-bengalese Abram Khan anche se non utilizzo uno stile specifico di danza contemporanea>>. Diviso in tre parti di cui la prima dedicata a Bartok, I Mosaici di Liszt ospita sul palco l’Orchestra dei Cameristi della Scala di Milano e due violinisti di fama internazionale: il violinista classico Shlomo Mintz  e il virtuoso del violino folk Pál István. Li affiancano il coro maschile di Szent Efrem con i loro canti gregoriani e un video in 3D che tratteggia in modo esplicativo il periodo religioso degli ultimi anni di Liszt.

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"I Mosaici di Liszt" foto Gabor Dusa

Lo sforzo per il debutto milanese di I Mosaici di Liszt dell’Ungarian State Folk Ensemble, la compagnia di danza folk più importante del Paese e tra le più rinomate a livello mondiale diretta, dal 2002, dal regista e coreografo Gábor Mihályi, è davvero immane: una delegazione di 85 persone (30 ballerini, 15 musicisti, un pianista  e un coro ) è pronto per partire dall’Ungheria con grandi camion per l’unica data italiana, domenica 18 ottobre, a Milano, al Teatro Repower e, in tempo di Covid, non è cosa da poco. “Il Teatro è un luogo sicuro dove continuare  a vivere in massima sicurezza” ha spiegato Sara Maccari del Repower ” dove si  garantiscono tutte le misure di protezione richieste per la pandemia”. Uno spettacolo vivace all’insegna del ballo e della musica tradizionale tradotto però in un linguaggio contemporaneo, ispirato alla musica ungherese di Zoltan Kodaly, Bela Bartok e Ferencz Liszt. <<E’ un modo speciale di ballare- ha spiegato Gábor – assomiglia un po’ al lavoro del coreografo anglo-bengalese Abram Khan anche se non utilizzo uno stile specifico di danza contemporanea>>. Diviso in tre parti di cui la prima dedicata a Bartok, I Mosaici di Liszt ospita sul palco l’Orchestra dei Cameristi della Scala di Milano e due violinisti di fama internazionale: il violinista classico Shlomo Mintz  e il virtuoso del violino folk Pál István. Li affiancano il coro maschile di Szent Efrem con i loro canti gregoriani e un video in 3D che tratteggia in modo esplicativo il periodo religioso degli ultimi anni di Liszt.

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