Il dramma di una madre metafora del pianeta


Il dramma di una madre metafora del pianeta
Scene from AFTERITE (2019) Photo Marty Sohl, courtesy American Ballet Theatre.

<<AfteRite il coreografo Wayne McGregor, l’ha creato per me, nel 2018, all’American Ballet Theatre, è un lavoro che conosco bene e sono contenta di danzarlo di nuovo perché, quando si affronta due volte, si scende più in profondità>>. Con un pizzico di orgoglio e molta felicità, l’étoile Alessandra Ferri racconta il suo ritorno alla Scala, dopo il Gala Fracci,  che la vedrà impegnata in quattro serate (24, 29 giugno e 6,7 luglio)  nell’ambito dell’omaggio a  Igor Stravinsky , nel primo dei due pezzi, AfterRite, del coreografo britannico Wayne McGregor. Per la prima volta in Italia, questo balletto s’ispira  a Le Sacre du printemps di Vaslav Nijinsky (1913) mentre il secondo pezzo  LORE, in prima assoluta, è una rivisitazione di  un’altra opera miliare del compositore russo, Les noces. Il sodalizio artistico tra Ferri e il pluripremiato McGregor , dall’anno scorso direttore artistico della Biennale Danza di Venezia, segna questa  “seconda fase”, molto creativa, della carriera della ballerina, applauditissima alla Scala nel 2019, anche in un altro suo celebre spettacolo: Woolf Works che danzerà ancora, nei prossimi mesi, al Covent Garden, a Londra.
Cosa si deve aspettare il pubblico della versione di McGregor di uno dei balletti più discussi dell’inizio del Ventesimo secolo, rivisto da grossi calibri come Marta Graham, Maurice Béjart, Kenneth McMillan, Pina Bausch, Angelin Preljocaj.
<<Un messaggio di grande attualità: la nostra terra è arida, distrutta stiamo già sacrificando tutti i nostri figli. McGregor non guarda indietro ma si proietta nel futuro, è avanti, corre. Io non sono Eletta, la sacrificata ma la madre che deve scegliere quale dei due figli far morire>>.
Un altro ruolo molto drammatico della sua carriera?
<<Si, ma raccontato alla maniera di McGregor, in modo molto minimalista, stilizzato. Non immaginiamoci i grandi melodrammi dell’Ottocento o del Novecento, ma forse, in questa crudezza, c’è ancora più verità perché lui toglie di mezzo l’emotività e il sentimento>>.
Un critico americano, in AfteRite, ha rivisto il tema dell’Olocausto come nel film La scelta di Sofia con Maryl Streep, è d’accordo?
<<Credo sia una libera interpretazione, si ritrova il senso della crudeltà di questo rito tribale dove una madre deve fare una scelta assurda che porta alla pazzia. Il  finale lascia basiti, è il pubblico a trarre le sue conclusioni, una scelta coraggiosa del coreografo>>.

AfteRite – Alessandra Ferri Nicola del Freo Navrin Turnbull ph Brescia e Amisano ∏Teatro alla Scala

Con lei danzano dodici ballerini scaligeri, come ha trovato il Corpo di Ballo?
<<La compagnia non è mai stata così forte, dinamica, è un momento fantastico, ci sono danzatori bellissimi e molto bravi; lo stile di McGregor calza loro molto bene>>
E la musica di Stravinsky che sarà diretta dal maestro Koen Kessels ?
<<La Sagra è uno dei più grandi capolavori di sempre, ancora nuovo, potente, esprime la primordialità, riporta al centro della terra e scuote non solo da un punto di vista celebrale ma universale>>.

(Pubblicato in TuttoMilano-La Repubblica 23/06/2022)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il dramma di una madre metafora del pianeta


Il dramma di una madre metafora del pianeta
Scene from AFTERITE (2019) Photo Marty Sohl, courtesy American Ballet Theatre.

<<AfteRite il coreografo Wayne McGregor, l’ha creato per me, nel 2018, all’American Ballet Theatre, è un lavoro che conosco bene e sono contenta di danzarlo di nuovo perché, quando si affronta due volte, si scende più in profondità>>. Con un pizzico di orgoglio e molta felicità, l’étoile Alessandra Ferri racconta il suo ritorno alla Scala, dopo il Gala Fracci,  che la vedrà impegnata in quattro serate (24, 29 giugno e 6,7 luglio)  nell’ambito dell’omaggio a  Igor Stravinsky , nel primo dei due pezzi, AfterRite, del coreografo britannico Wayne McGregor. Per la prima volta in Italia, questo balletto s’ispira  a Le Sacre du printemps di Vaslav Nijinsky (1913) mentre il secondo pezzo  LORE, in prima assoluta, è una rivisitazione di  un’altra opera miliare del compositore russo, Les noces. Il sodalizio artistico tra Ferri e il pluripremiato McGregor , dall’anno scorso direttore artistico della Biennale Danza di Venezia, segna questa  “seconda fase”, molto creativa, della carriera della ballerina, applauditissima alla Scala nel 2019, anche in un altro suo celebre spettacolo: Woolf Works che danzerà ancora, nei prossimi mesi, al Covent Garden, a Londra.
Cosa si deve aspettare il pubblico della versione di McGregor di uno dei balletti più discussi dell’inizio del Ventesimo secolo, rivisto da grossi calibri come Marta Graham, Maurice Béjart, Kenneth McMillan, Pina Bausch, Angelin Preljocaj.
<<Un messaggio di grande attualità: la nostra terra è arida, distrutta stiamo già sacrificando tutti i nostri figli. McGregor non guarda indietro ma si proietta nel futuro, è avanti, corre. Io non sono Eletta, la sacrificata ma la madre che deve scegliere quale dei due figli far morire>>.
Un altro ruolo molto drammatico della sua carriera?
<<Si, ma raccontato alla maniera di McGregor, in modo molto minimalista, stilizzato. Non immaginiamoci i grandi melodrammi dell’Ottocento o del Novecento, ma forse, in questa crudezza, c’è ancora più verità perché lui toglie di mezzo l’emotività e il sentimento>>.
Un critico americano, in AfteRite, ha rivisto il tema dell’Olocausto come nel film La scelta di Sofia con Maryl Streep, è d’accordo?
<<Credo sia una libera interpretazione, si ritrova il senso della crudeltà di questo rito tribale dove una madre deve fare una scelta assurda che porta alla pazzia. Il  finale lascia basiti, è il pubblico a trarre le sue conclusioni, una scelta coraggiosa del coreografo>>.

AfteRite – Alessandra Ferri Nicola del Freo Navrin Turnbull ph Brescia e Amisano ∏Teatro alla Scala

Con lei danzano dodici ballerini scaligeri, come ha trovato il Corpo di Ballo?
<<La compagnia non è mai stata così forte, dinamica, è un momento fantastico, ci sono danzatori bellissimi e molto bravi; lo stile di McGregor calza loro molto bene>>
E la musica di Stravinsky che sarà diretta dal maestro Koen Kessels ?
<<La Sagra è uno dei più grandi capolavori di sempre, ancora nuovo, potente, esprime la primordialità, riporta al centro della terra e scuote non solo da un punto di vista celebrale ma universale>>.

(Pubblicato in TuttoMilano-La Repubblica 23/06/2022)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *