In cerca della frontiera


In cerca della frontiera
Studio su un Fauno- Compagnia Zappalà

Dal 2010 Rino Achille De Pace ha preso, con successo, le redini artistiche del Festival Milanoltre, ecco le linee guida di questa trentaseiesima edizione.
Com’è nato il titolo 1986>2024 Back to the future?
<<L’idea di uno sguardo rispetto a quello che eravamo e quello che vogliamo diventare. Ci siamo chiesti a chi lasciare questa eredità culturale, le nuove generazioni ci stanno molto a cuore, per questo diamo valore ai rapporti formativi con  masterclasses tenute dai coreografi ospiti>>.
Una programmazione che guarda avanti, per tutto il prossimo triennio, come l’avete pensata?
<<Il 2022-24 è impostato sul rinnovamento, sia strutturale, siamo diventati Impresa Sociale, che creativo. Abbiamo registrato un notevole incremento di presenze giovani nelle due ultime edizioni, nel 2021 con 160 nuovi abbonati, tutti under 25, che, aggiunti ai già esistenti, rappresentano ad oggi, circa il trenta per cento del pubblico del festival>>
Per l’apertura avete scelto l’opera collettiva, La question des fleurs dei canadesi Danni Morissette e Daphnée Laurendeau, come mai?
<<E’ una delle creazioni più belle che ho visto quest’anno, nato nei giorni più duri della pandemia, quando non ci si poteva toccare, che ripercorre, in maniera  poetica, un momento del nostro vissuto. Sorprende la fluidità dello spettacolo creato da quattro coreografi via skype, dove le differenze degli stili si colgono attraverso i cambi di luce, la musica, l’estetica ma tutto come un unicum>>.
Altre ospitalità importanti?
<<Abbiamo recuperato la dimensione internazionale del Festival, penso al famoso duo argentino, Alfonso Baron & Luciano Rosso, con un loro pezzo storico, ironico, Un Poyo Rojo (2008), di grande semplicità, che tratta tematiche importanti di genere e d’identità e il loro nuovo lavoro Dystopia . Molto interessanti anche le tre coreografie del francese Noé Soulier, direttore del CNDC Angers, dedicate a due interpreti d’eccezione: Frédéric Tavernini e Vincent Chaillet. Non dimentichiamo la sorprendente Louise Lecavalier, un  grande fenomeno inarrestabile>>.

(Pubblicato su TuttoMilano-La Repubblica 22-28/9/2022)

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Dal 2010 Rino Achille De Pace ha preso, con successo, le redini artistiche del Festival Milanoltre, ecco le linee guida di questa trentaseiesima edizione.
Com’è nato il titolo 1986>2024 Back to the future?
<<L’idea di uno sguardo rispetto a quello che eravamo e quello che vogliamo diventare. Ci siamo chiesti a chi lasciare questa eredità culturale, le nuove generazioni ci stanno molto a cuore, per questo diamo valore ai rapporti formativi con  masterclasses tenute dai coreografi ospiti>>.
Una programmazione che guarda avanti, per tutto il prossimo triennio, come l’avete pensata?
<<Il 2022-24 è impostato sul rinnovamento, sia strutturale, siamo diventati Impresa Sociale, che creativo. Abbiamo registrato un notevole incremento di presenze giovani nelle due ultime edizioni, nel 2021 con 160 nuovi abbonati, tutti under 25, che, aggiunti ai già esistenti, rappresentano ad oggi, circa il trenta per cento del pubblico del festival>>
Per l’apertura avete scelto l’opera collettiva, La question des fleurs dei canadesi Danni Morissette e Daphnée Laurendeau, come mai?
<<E’ una delle creazioni più belle che ho visto quest’anno, nato nei giorni più duri della pandemia, quando non ci si poteva toccare, che ripercorre, in maniera  poetica, un momento del nostro vissuto. Sorprende la fluidità dello spettacolo creato da quattro coreografi via skype, dove le differenze degli stili si colgono attraverso i cambi di luce, la musica, l’estetica ma tutto come un unicum>>.
Altre ospitalità importanti?
<<Abbiamo recuperato la dimensione internazionale del Festival, penso al famoso duo argentino, Alfonso Baron & Luciano Rosso, con un loro pezzo storico, ironico, Un Poyo Rojo (2008), di grande semplicità, che tratta tematiche importanti di genere e d’identità e il loro nuovo lavoro Dystopia . Molto interessanti anche le tre coreografie del francese Noé Soulier, direttore del CNDC Angers, dedicate a due interpreti d’eccezione: Frédéric Tavernini e Vincent Chaillet. Non dimentichiamo la sorprendente Louise Lecavalier, un  grande fenomeno inarrestabile>>.

(Pubblicato su TuttoMilano-La Repubblica 22-28/9/2022)

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