L’audace Aszure Barton, in cerca di sensualità


L’audace Aszure Barton, in cerca di sensualità
Busk Foto Ivano Trabalza Studio

Il New York Times l’ha definita “audace”, il San Francisco Chronicle “brillante”, il Globe & Mail parla di una danza “eccentrica, toccante, sfacciata, commovente”, Il Santa Barbara New Press descrive i suoi lavori come “ esplosivi ed esilaranti”, ma lei, la longilinea Aszure Barton, 35 anni, canadese, single, residente a New York dove si è stabilizzata con la sua compagnia e il suo amato cane, minimizza. <<Le spiego io chi sono- dice- una persona assolutamente curiosa che ama l’arte e il cambiamento>>. Per la prima volta in Italia con la sua compagnia Aszure Barton & Artists, sbarca al Festival dei Due Mondi di Spoleto, con una sua creazione del 2009, Busk,l’8 (ore 18) e 9 luglio (16.30 e 21.30) al Teatro Nuovo Giancarlo Menotti, interpretato da nove danzatori su musiche del violinista e compositore russo Lev Ljova Zhurbin. Gli stessi giorni, ma al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, il Festival ospita Milano che non c’è piùcon Adriana Asti e il 2, 3 luglio Eleonora, ultima notte a Pittsburgh di Gigo de Chiara, regia di Maurizio Scaparro. Signora Barton, Buskderiva dal verbo spagnolo “buscar”, cercare, come mai ha scelto questo titolo?

<<Questo spettacolo è stato creato a Santa Barbara in California, e il titolo nasce dal  fatto che “cercavo” di studiare i danzatori durante le loro classi, il loro processo creativo in relazione all’ambiente che li circondava. E’ uno spettacolo molto sensuale poiché la musica è incredibilmente ricca, i danzatori sono compatti, spero che il pubblico possa trarre una meravigliosa esperienza da questo lavoro che non ha una storia ma trasmette varie sensazioni>>.

Danza anche lei? <<Sì, anche se le confesso che mi sento più una creatrice piuttosto che una performer anche se mi piace stare sul palcoscenico>>.

Da bambina la sua passione era il tip tap lo balla ancora? <<No, non più, anche se è stato uno dei miei sogni>>.

A lei piace lavorare anche con designers, fotografi, filmmakers, musicisti; nel passato, Serge Diaghilev con i Balletti russi, amava collaborare con artisti di vario genere, è stato un suo punto di riferimento? <<Assolutamente si>>.

Qual è il coreografo contemporaneo che ammira di più ?<<Mikhail Baryshnikov, con il quale ho lavorato in diverse occasioni perché, come coreografo, ammiro la sua curiosità e il fatto che supporti molto le arti >>.

Alessandra Ferri, che l’ha invitata al festival di Spoleto perché la ritiene uno dei nomi più interessanti e richiesti nel panorama della danza contemporanea; quando l’ha conosciuta?<<L’ho vista ballare in Romeo e Giuliettaqui a New York, molti anni fa e per me è stata un’esperienza illuminante>>.

Nelle sue coreografie, i cui movimenti hanno origine dal balletto classico e dalla danza contemporanea, ironia e tristezza spesso convivono, è d’accordo? <<Sì, è vero, sono affascinata da questi due aspetti che si trovano, credo, in ciascuno di noi>>.

Come mai ha deciso di vivere a New York?<< Mia sorella risiede qui ed è stata una grande opportunità di cambiamento, anche se credo che la danza in Canada sia molto forte e che ci siano delle ottime coreografe>>.

(Pubblicato in La Repubblica delle Donne 2/07/2011)

 

 

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L’audace Aszure Barton, in cerca di sensualità


L’audace Aszure Barton, in cerca di sensualità
Busk Foto Ivano Trabalza Studio

Il New York Times l’ha definita “audace”, il San Francisco Chronicle “brillante”, il Globe & Mail parla di una danza “eccentrica, toccante, sfacciata, commovente”, Il Santa Barbara New Press descrive i suoi lavori come “ esplosivi ed esilaranti”, ma lei, la longilinea Aszure Barton, 35 anni, canadese, single, residente a New York dove si è stabilizzata con la sua compagnia e il suo amato cane, minimizza. <<Le spiego io chi sono- dice- una persona assolutamente curiosa che ama l’arte e il cambiamento>>. Per la prima volta in Italia con la sua compagnia Aszure Barton & Artists, sbarca al Festival dei Due Mondi di Spoleto, con una sua creazione del 2009, Busk,l’8 (ore 18) e 9 luglio (16.30 e 21.30) al Teatro Nuovo Giancarlo Menotti, interpretato da nove danzatori su musiche del violinista e compositore russo Lev Ljova Zhurbin. Gli stessi giorni, ma al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, il Festival ospita Milano che non c’è piùcon Adriana Asti e il 2, 3 luglio Eleonora, ultima notte a Pittsburgh di Gigo de Chiara, regia di Maurizio Scaparro. Signora Barton, Buskderiva dal verbo spagnolo “buscar”, cercare, come mai ha scelto questo titolo?

<<Questo spettacolo è stato creato a Santa Barbara in California, e il titolo nasce dal  fatto che “cercavo” di studiare i danzatori durante le loro classi, il loro processo creativo in relazione all’ambiente che li circondava. E’ uno spettacolo molto sensuale poiché la musica è incredibilmente ricca, i danzatori sono compatti, spero che il pubblico possa trarre una meravigliosa esperienza da questo lavoro che non ha una storia ma trasmette varie sensazioni>>.

Danza anche lei? <<Sì, anche se le confesso che mi sento più una creatrice piuttosto che una performer anche se mi piace stare sul palcoscenico>>.

Da bambina la sua passione era il tip tap lo balla ancora? <<No, non più, anche se è stato uno dei miei sogni>>.

A lei piace lavorare anche con designers, fotografi, filmmakers, musicisti; nel passato, Serge Diaghilev con i Balletti russi, amava collaborare con artisti di vario genere, è stato un suo punto di riferimento? <<Assolutamente si>>.

Qual è il coreografo contemporaneo che ammira di più ?<<Mikhail Baryshnikov, con il quale ho lavorato in diverse occasioni perché, come coreografo, ammiro la sua curiosità e il fatto che supporti molto le arti >>.

Alessandra Ferri, che l’ha invitata al festival di Spoleto perché la ritiene uno dei nomi più interessanti e richiesti nel panorama della danza contemporanea; quando l’ha conosciuta?<<L’ho vista ballare in Romeo e Giuliettaqui a New York, molti anni fa e per me è stata un’esperienza illuminante>>.

Nelle sue coreografie, i cui movimenti hanno origine dal balletto classico e dalla danza contemporanea, ironia e tristezza spesso convivono, è d’accordo? <<Sì, è vero, sono affascinata da questi due aspetti che si trovano, credo, in ciascuno di noi>>.

Come mai ha deciso di vivere a New York?<< Mia sorella risiede qui ed è stata una grande opportunità di cambiamento, anche se credo che la danza in Canada sia molto forte e che ci siano delle ottime coreografe>>.

(Pubblicato in La Repubblica delle Donne 2/07/2011)

 

 

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