Marco D’Agostin e il suo Asteroide, un corpo celeste che diventa musical


Marco D’Agostin e il suo Asteroide, un corpo celeste che diventa musical
ASTEROIDE_D'AgostinOR®MasiarPasquali

“Ho trascorso giorni di enorme dolore. E in quei giorni, inatteso, è venuto ad accarezzarmi un sogno: quello del musical. Le pareti di casa si sono rivestite di un manto dorato e sagome invisibili mi hanno dolcemente invitato a danzare, a intonare un canto. Perché le persone all’improvviso si mettono a cantare e a danzare? Il musical, a ben vedere, si fonda su un paradosso simile a quello dell’asteroide: qualcosa di non previsto, che giunge da molto lontano, stravolge l’ordine delle cose. Il musical, come le catastrofi, obbliga a ripensare la vita, a cambiarne lessico e registro. Cantare e danzare anche se non ha senso: per non morire. Cambiare, per sopravvivere”. Con queste parole  il coreografo Marco D’Agostin, artista associato al Piccolo, ci introduce al suo nuovo lavoro, Asteroide, in scena al Teatro Studio Melato fino all’8 giugno. Nei panni di un misterioso paleontologo, D’Agostin si presenta al pubblico per parlare di ossa, estinzioni e materiale cosmico ma una minaccia incombe sul suo corpo che inizia ad assumere movenze strane: è il musical, la forma di entertaining più paradossale ed estenuante. Il performer da vita a un duetto che scava tra reperti e fossili e ha per protagonisti la scienza e l’amore, l’intrattenimento e la formazione, la vita e la morte. Un racconto che esalta la straordinarietà della vita, la sua potenza rigenerativa come l’arte.

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“Ho trascorso giorni di enorme dolore. E in quei giorni, inatteso, è venuto ad accarezzarmi un sogno: quello del musical. Le pareti di casa si sono rivestite di un manto dorato e sagome invisibili mi hanno dolcemente invitato a danzare, a intonare un canto. Perché le persone all’improvviso si mettono a cantare e a danzare? Il musical, a ben vedere, si fonda su un paradosso simile a quello dell’asteroide: qualcosa di non previsto, che giunge da molto lontano, stravolge l’ordine delle cose. Il musical, come le catastrofi, obbliga a ripensare la vita, a cambiarne lessico e registro. Cantare e danzare anche se non ha senso: per non morire. Cambiare, per sopravvivere”. Con queste parole  il coreografo Marco D’Agostin, artista associato al Piccolo, ci introduce al suo nuovo lavoro, Asteroide, in scena al Teatro Studio Melato fino all’8 giugno. Nei panni di un misterioso paleontologo, D’Agostin si presenta al pubblico per parlare di ossa, estinzioni e materiale cosmico ma una minaccia incombe sul suo corpo che inizia ad assumere movenze strane: è il musical, la forma di entertaining più paradossale ed estenuante. Il performer da vita a un duetto che scava tra reperti e fossili e ha per protagonisti la scienza e l’amore, l’intrattenimento e la formazione, la vita e la morte. Un racconto che esalta la straordinarietà della vita, la sua potenza rigenerativa come l’arte.

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