Nel mondo di “Alice” con Momix


Nel mondo di “Alice” con Momix
"Alice" di Moses Pendleton- Momix

Non poteva nascere un’abbinata migliore tra il timido professore di matematica Lewis Carroll che nel 1865 scrisse Alice nel paese delle meraviglie e l’eclettico, geniale, coreografo americano Moses Pendleton che si è infilato “nella tana del coniglio” per dare vita a una sua stupenda versione, in formato digitale, di questa avventurosa fiaba. Alice del fondatore dei Momix che l’anno scorso ha girato con successo l’Italia è di nuovo in tournée: l’8 e il 9 febbraio al Teatro Petruzzelli a Bari e dal 19 marzo al 5 aprile, a Milano al Teatro Nazionale . Pendleton sfodera in questo suo ultimo spettacolo, come il Cappellano Matto, tutta la sua spumeggiante fantasia grazie anche alla tecnologia 3D e conduce lo spettatore per mano in un surreale viaggio popolato dai vari personaggi del racconto: Alice con altre danzatrici “cloni”, il coniglio bianco, le carte animate danzano accompagnate dalle proiezioni. L’effetto è dirompente, si entra in un altro sogno animato da figure strane e travolgenti, un elefante, un ragno bianco e Alice che, sospesa nell’aria, volteggia come una farfalla. “Vedo Alice- ha raccontato Pendleton- come un invito a fantasticare, a sovvertire la nostra percezione del mondo, ad aprirsi all’impossibile. Il palcoscenico è il mio narghilè, il mio fungo, la mia tana del coniglio”. Un lavoro in perfetta sintonia con il suo mondo dove il corpo si trasforma grazie all’uso di oggetti, corde, abiti, luci e effetti virtuali, un po’ come quello di Alice che rimpicciolisce e ingrandisce. L’ex campione di sci da fondo cresciuto in una fattoria del Vermont che al mondo caotico delle città ha sempre preferito la natura (vive con la moglie, ex danzatrice e co-direttore di Momix, Cynthia Queen, in una magnifica tenuta in Connecticut, con un grande lago dove tutte le mattine nuota), continua a stupire. La combinazione di danza, acrobazia, musica sulla scia del suo grande maestro Alwin Nikolais lo portò a fondare nel 1971 “Pilobolus”, dal nome di un fungo che cambiava sempre forma a seconda del sole e dieci anni dopo Momix. La sua luce interiore è un fiume inarrestabile. La prima volta che lo intervistai era il 1995, poi nel ’99 (leggi qui) e l’ultima il 2002, un “cappellaio matto” davvero imprevedibile che coglie l’aspetto materiale e spirituale della vita perseverando nel suo motto: “Life is short, Art is long, Momix for ever”.

YouTube video

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Nel mondo di “Alice” con Momix


Nel mondo di “Alice” con Momix
"Alice" di Moses Pendleton- Momix

Non poteva nascere un’abbinata migliore tra il timido professore di matematica Lewis Carroll che nel 1865 scrisse Alice nel paese delle meraviglie e l’eclettico, geniale, coreografo americano Moses Pendleton che si è infilato “nella tana del coniglio” per dare vita a una sua stupenda versione, in formato digitale, di questa avventurosa fiaba. Alice del fondatore dei Momix che l’anno scorso ha girato con successo l’Italia è di nuovo in tournée: l’8 e il 9 febbraio al Teatro Petruzzelli a Bari e dal 19 marzo al 5 aprile, a Milano al Teatro Nazionale . Pendleton sfodera in questo suo ultimo spettacolo, come il Cappellano Matto, tutta la sua spumeggiante fantasia grazie anche alla tecnologia 3D e conduce lo spettatore per mano in un surreale viaggio popolato dai vari personaggi del racconto: Alice con altre danzatrici “cloni”, il coniglio bianco, le carte animate danzano accompagnate dalle proiezioni. L’effetto è dirompente, si entra in un altro sogno animato da figure strane e travolgenti, un elefante, un ragno bianco e Alice che, sospesa nell’aria, volteggia come una farfalla. “Vedo Alice- ha raccontato Pendleton- come un invito a fantasticare, a sovvertire la nostra percezione del mondo, ad aprirsi all’impossibile. Il palcoscenico è il mio narghilè, il mio fungo, la mia tana del coniglio”. Un lavoro in perfetta sintonia con il suo mondo dove il corpo si trasforma grazie all’uso di oggetti, corde, abiti, luci e effetti virtuali, un po’ come quello di Alice che rimpicciolisce e ingrandisce. L’ex campione di sci da fondo cresciuto in una fattoria del Vermont che al mondo caotico delle città ha sempre preferito la natura (vive con la moglie, ex danzatrice e co-direttore di Momix, Cynthia Queen, in una magnifica tenuta in Connecticut, con un grande lago dove tutte le mattine nuota), continua a stupire. La combinazione di danza, acrobazia, musica sulla scia del suo grande maestro Alwin Nikolais lo portò a fondare nel 1971 “Pilobolus”, dal nome di un fungo che cambiava sempre forma a seconda del sole e dieci anni dopo Momix. La sua luce interiore è un fiume inarrestabile. La prima volta che lo intervistai era il 1995, poi nel ’99 (leggi qui) e l’ultima il 2002, un “cappellaio matto” davvero imprevedibile che coglie l’aspetto materiale e spirituale della vita perseverando nel suo motto: “Life is short, Art is long, Momix for ever”.

YouTube video

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *