Oriente Occidente festeggia i suoi 40 anni d’intensa attività


Oriente Occidente festeggia i suoi 40 anni d’intensa attività
Sonopma di Alfred

Il Festival Oriente Occidente  festeggia dal 3 al 12 settembre a Rovereto e Trento i suoi lunghi e proliferi 40 anni con importanti ospiti internazionali, italiani e un omaggio speciale al coreografo americano Merce Cunningham. Fiore all’occhiello, con Bolzano Danza, degli eventi del Trentino Alto Adige, Oriente Occidente riporta in scena i corpi e s’interroga sulla contemporaneità con artisti, intellettuali e pubblico in una riflessione sul binomio corpo politico come atto civico di restituire il teatro e la danza agli spettatori e corpo poetico. In prima mondiale arriva Le Centaur di Pontus Lidberg con il suo Danish Dance Theatre, una co-produzione (Teatro Zandonai, 3/9, ore 20.30) ispirata alla mitologia e alla tecnologia. Il Centauro è per il coreografo una figura metà uomo e metà macchina realizzata in collaborazione con l’artista esperta di Intelligenza Artificiale, Cecilie Waagner-Falkenstrøm e dal compositore elettronico giapponese Ryoji Ikeda. Molta attesa per la prima nazionale di Sonoma (Teatro Zandonai 6/9, ore 20.30) del coreografo catalano Marcos Morau, artista associato al Festival per il 2020, già vincitore del Premio Danza&Danza per il Miglior Spettacolo Contemporaneo nel 2018, che racconta la voragine della caduta e l’urlo che ne deriva per la sopravvivenza, un urlo che si fa primitivo. Dall’unione delle parole soma e sonum, Morau deriva il titolo per ricordare attraverso il ‘suono del corpo’ che siamo ancora vivi e, soprattutto, svegli. Per chi vuole approfondire l’estetica di questo eclettico artista è interessante l’intervista pubblicata sulla rivista Danza &Danza di luglio e agosto. Si misurano invece con la dimensione in ‘solo’, pratica più facilmente sostenibile di questi tempi, la compagnia Mal Pelo di Pep Ramis e Maria Muñoz e Arkadi Zaides. In The Mountain, the Truth & and the Paradise (Teatro Zandonai, 9/9, ore 20.30) Ramis offre un tuffo nel presente attraverso un personalissimo sguardo, a tratti divertente, a tratti tragico, sull’uomo e il mondo che lo circonda, mentre Zaides torna, dopo cinque anni a Rovereto, con Talos (Teatro alla Cartiera, 5/9, ore 20.30) una conferenza spettacolo.

Night of 100 Solos, Merce Cunningham Trust. Barbican Centre, London. UK ph Tom Bowles

A Rovereto Cunningham e Cage sono stati protagonisti in diverse edizioni del Festival e, Oriente Occidente, vuole celebrare i suoi 40 anni dando spazio ad un evento andato in scena una sola volta, contemporaneamente a Londra, New York e Los Angeles, il 16 aprile 2019, il giorno del suo centesimo compleanno. Arriva quindi a Rovereto Cunningham Centennial Solos: Oriente Occidente Dance Festival (Teatro Zandonai, 11 e 12/9, ore 20.30) messo in scena da Daniel Squire, danzatore della compagnia di Cunningham, e realizzata grazie al Merce Cunningham Trust e Cunningham Centennial Solos: Oriente Occidente Dance Festival-site specific (Giardino Ex Catasto 10/9, ore 17 e ore 18; Giardino Ostello di Rovereto, 12/9, ore 11.30 e 12.30), una performance pensata appositamente per gli spazi cittadini dove i danzatori si esibiranno open air. Molti gli artisti italiani che, riemersi dal periodo di isolamento durante il quale il contatto si limitava alle videochiamate o alla solidarietà “da balcone”, in sala prove e con l’obbligo di stare distanti, si sono concentrati sulla ricerca della relazione tra i corpi. Di questa dimensione parlano i lavori degli artisti italiani ospiti e co-prodotti dal Festival. Genealogia_time specific di Luna Cenere alla Campana dei Caduti (5 e 6/9, ore 19); Pastorale, di Daniele Ninarello, una danza minimalista di corpi entropici che non si sfiorano mai, ma si “accordano” tra di loro (Campana dei Caduti, 9 e 10/9, ore 19); Echoes danze trasparenti di Cristina Kristal Rizzo nel giardino delle sculture del Mart sull’azione del “toccare metaforico” (8/9, ore 19); il nuovo lavoro Hyenas di Abbondanza/Bertoni (vedi intervista di Francesca Pedroni – Il Manifesto) con lo svelamento del doppio (Teatro alla Cartiera, 12/9, ore 20.30); la compagnia CIE MF/Maxime & Francesco attraverso il concetto di gravità e peso in C’est pas grave (Teatro alla Cartiera, 10/9, ore 20.30); o ancora le danze solitarie in un “canto collettivo” caratterizzato da barriere di plexiglas nel Museo antropologico del danzatore pensato da Michela Lucenti per il suo Balletto Civile che si potrà visitare per le strade di Rovereto (3 e 4/9) e Trento (5/9). In tema di accessibilità, Oriente Occidente supera le barriere architettoniche e culturali, un Festival aperto a più pubblici e prosegue, infatti, con sempre maggior convinzione, il percorso intrapreso sulla danza e disabilità.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Oriente Occidente festeggia i suoi 40 anni d’intensa attività


Oriente Occidente festeggia i suoi 40 anni d’intensa attività
Sonopma di Alfred

Il Festival Oriente Occidente  festeggia dal 3 al 12 settembre a Rovereto e Trento i suoi lunghi e proliferi 40 anni con importanti ospiti internazionali, italiani e un omaggio speciale al coreografo americano Merce Cunningham. Fiore all’occhiello, con Bolzano Danza, degli eventi del Trentino Alto Adige, Oriente Occidente riporta in scena i corpi e s’interroga sulla contemporaneità con artisti, intellettuali e pubblico in una riflessione sul binomio corpo politico come atto civico di restituire il teatro e la danza agli spettatori e corpo poetico. In prima mondiale arriva Le Centaur di Pontus Lidberg con il suo Danish Dance Theatre, una co-produzione (Teatro Zandonai, 3/9, ore 20.30) ispirata alla mitologia e alla tecnologia. Il Centauro è per il coreografo una figura metà uomo e metà macchina realizzata in collaborazione con l’artista esperta di Intelligenza Artificiale, Cecilie Waagner-Falkenstrøm e dal compositore elettronico giapponese Ryoji Ikeda. Molta attesa per la prima nazionale di Sonoma (Teatro Zandonai 6/9, ore 20.30) del coreografo catalano Marcos Morau, artista associato al Festival per il 2020, già vincitore del Premio Danza&Danza per il Miglior Spettacolo Contemporaneo nel 2018, che racconta la voragine della caduta e l’urlo che ne deriva per la sopravvivenza, un urlo che si fa primitivo. Dall’unione delle parole soma e sonum, Morau deriva il titolo per ricordare attraverso il ‘suono del corpo’ che siamo ancora vivi e, soprattutto, svegli. Per chi vuole approfondire l’estetica di questo eclettico artista è interessante l’intervista pubblicata sulla rivista Danza &Danza di luglio e agosto. Si misurano invece con la dimensione in ‘solo’, pratica più facilmente sostenibile di questi tempi, la compagnia Mal Pelo di Pep Ramis e Maria Muñoz e Arkadi Zaides. In The Mountain, the Truth & and the Paradise (Teatro Zandonai, 9/9, ore 20.30) Ramis offre un tuffo nel presente attraverso un personalissimo sguardo, a tratti divertente, a tratti tragico, sull’uomo e il mondo che lo circonda, mentre Zaides torna, dopo cinque anni a Rovereto, con Talos (Teatro alla Cartiera, 5/9, ore 20.30) una conferenza spettacolo.

Night of 100 Solos, Merce Cunningham Trust. Barbican Centre, London. UK ph Tom Bowles

A Rovereto Cunningham e Cage sono stati protagonisti in diverse edizioni del Festival e, Oriente Occidente, vuole celebrare i suoi 40 anni dando spazio ad un evento andato in scena una sola volta, contemporaneamente a Londra, New York e Los Angeles, il 16 aprile 2019, il giorno del suo centesimo compleanno. Arriva quindi a Rovereto Cunningham Centennial Solos: Oriente Occidente Dance Festival (Teatro Zandonai, 11 e 12/9, ore 20.30) messo in scena da Daniel Squire, danzatore della compagnia di Cunningham, e realizzata grazie al Merce Cunningham Trust e Cunningham Centennial Solos: Oriente Occidente Dance Festival-site specific (Giardino Ex Catasto 10/9, ore 17 e ore 18; Giardino Ostello di Rovereto, 12/9, ore 11.30 e 12.30), una performance pensata appositamente per gli spazi cittadini dove i danzatori si esibiranno open air. Molti gli artisti italiani che, riemersi dal periodo di isolamento durante il quale il contatto si limitava alle videochiamate o alla solidarietà “da balcone”, in sala prove e con l’obbligo di stare distanti, si sono concentrati sulla ricerca della relazione tra i corpi. Di questa dimensione parlano i lavori degli artisti italiani ospiti e co-prodotti dal Festival. Genealogia_time specific di Luna Cenere alla Campana dei Caduti (5 e 6/9, ore 19); Pastorale, di Daniele Ninarello, una danza minimalista di corpi entropici che non si sfiorano mai, ma si “accordano” tra di loro (Campana dei Caduti, 9 e 10/9, ore 19); Echoes danze trasparenti di Cristina Kristal Rizzo nel giardino delle sculture del Mart sull’azione del “toccare metaforico” (8/9, ore 19); il nuovo lavoro Hyenas di Abbondanza/Bertoni (vedi intervista di Francesca Pedroni – Il Manifesto) con lo svelamento del doppio (Teatro alla Cartiera, 12/9, ore 20.30); la compagnia CIE MF/Maxime & Francesco attraverso il concetto di gravità e peso in C’est pas grave (Teatro alla Cartiera, 10/9, ore 20.30); o ancora le danze solitarie in un “canto collettivo” caratterizzato da barriere di plexiglas nel Museo antropologico del danzatore pensato da Michela Lucenti per il suo Balletto Civile che si potrà visitare per le strade di Rovereto (3 e 4/9) e Trento (5/9). In tema di accessibilità, Oriente Occidente supera le barriere architettoniche e culturali, un Festival aperto a più pubblici e prosegue, infatti, con sempre maggior convinzione, il percorso intrapreso sulla danza e disabilità.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *