Quel rito sonoro di nome Stomp


Quel rito sonoro di nome Stomp
Stomp

Da oltre venticinque anni cavalcano le scene internazionali con la loro energia esplosiva e liberatoria, che attinge da una fonte ancestrale, fisica e spirituale, dell’umano. La loro tecnica, Body Percussion, coinvolge tutti i sensi  in una combinazione di danza, percussioni, commedia, teatro attraverso l’utilizzo di oggetti della vita quotidiana. Spazzoloni, coperchi, pneumatici, lavandini, bidoni, scope che si animano, in scena, senza tregua e lasciano il pubblico in uno stato d’euforia contagiosa. A raccontarci il ritorno di Stomp, a Milano, al Teatro Lirico Giorgio Gaber , dal 25 ottobre al 6 novembre,  è uno dei suoi storici fondatori, l’eclettico Luke Cresswell. Nato nel 1963 a Brighton dove tutt’ora vive , percussionista autodidatta dall’età di nove anni, film-maker e street performer per dieci, fino al 1991 quando, con il musicista,  cantante e scrittore Steve McNicholas, fondarono Stomp. Un fenomeno diventato un successo planetario in giro per il mondo, da Broadway a Parigi, da Los Angele a Tokyo, con tre formazioni internazionali fisse e che arriva in città, con due nuovi pezzi inediti. <<Suitecases – spiega Luke- è un pezzo nato mentre viaggiavo per gli aereoporti del mondo, prima della pandemia, osservavo le valigie che tutti trasportiamo e il modo in cui le maneggiamo. Il secondo pezzo s’intitola Poltergeist e s’ispira a un momento dell’omonimo film horror, dove tutti gli oggetti del quotidiano volano, un po’ come in Mary Poppins>>
Facciamo un salto indietro, com’è nata l’idea di fondare Stomp, nel 1991?
<<Lavoravo in alcune bands musicali rock ed ero uno street performer, il progetto è nato un po’ per caso, con cinque persone, in modo sciolto. Mai avrei pensato che avrebbe avuto un simile successo, tutto è cominciato al Festival di Edimburgo>>.
Come sono cambiati gli spettacoli ?
<<Lo show si reinventa ogni volta che il cast cambia, è sempre contemporaneo rispetto al presente. Nel 1991 c’era un’impronta musicale più punk e rock, oggi  di hip hop e dance >>.
Nel 2006 ha creato The Lost & Found Orchestra dove si è calato anche nel ruolo di direttore d’orchestra, elevando la musica di Stomp a un livello sinfonico, prosegue ancora il progetto?
<<Purtroppo no. L’ultimo concerto l’abbiamo fatto in Australia prima della pandemia, è un grande show con 400 performers ma un giorno spero di portarlo in Italia>>.
Nel film “Post” ha lavorato con la celebre ballerina di flamenco Eva Yerbabuena, in cima all’Alhambra, in Granada, cosa le ha trasmesso?
<<Energia e passione, quello che caratterizza anche il lavoro di Stomp>>.

(Pubblicato in TuttoMilano-La Repubblica il 26/10/2022)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Quel rito sonoro di nome Stomp


Quel rito sonoro di nome Stomp
Stomp

Da oltre venticinque anni cavalcano le scene internazionali con la loro energia esplosiva e liberatoria, che attinge da una fonte ancestrale, fisica e spirituale, dell’umano. La loro tecnica, Body Percussion, coinvolge tutti i sensi  in una combinazione di danza, percussioni, commedia, teatro attraverso l’utilizzo di oggetti della vita quotidiana. Spazzoloni, coperchi, pneumatici, lavandini, bidoni, scope che si animano, in scena, senza tregua e lasciano il pubblico in uno stato d’euforia contagiosa. A raccontarci il ritorno di Stomp, a Milano, al Teatro Lirico Giorgio Gaber , dal 25 ottobre al 6 novembre,  è uno dei suoi storici fondatori, l’eclettico Luke Cresswell. Nato nel 1963 a Brighton dove tutt’ora vive , percussionista autodidatta dall’età di nove anni, film-maker e street performer per dieci, fino al 1991 quando, con il musicista,  cantante e scrittore Steve McNicholas, fondarono Stomp. Un fenomeno diventato un successo planetario in giro per il mondo, da Broadway a Parigi, da Los Angele a Tokyo, con tre formazioni internazionali fisse e che arriva in città, con due nuovi pezzi inediti. <<Suitecases – spiega Luke- è un pezzo nato mentre viaggiavo per gli aereoporti del mondo, prima della pandemia, osservavo le valigie che tutti trasportiamo e il modo in cui le maneggiamo. Il secondo pezzo s’intitola Poltergeist e s’ispira a un momento dell’omonimo film horror, dove tutti gli oggetti del quotidiano volano, un po’ come in Mary Poppins>>
Facciamo un salto indietro, com’è nata l’idea di fondare Stomp, nel 1991?
<<Lavoravo in alcune bands musicali rock ed ero uno street performer, il progetto è nato un po’ per caso, con cinque persone, in modo sciolto. Mai avrei pensato che avrebbe avuto un simile successo, tutto è cominciato al Festival di Edimburgo>>.
Come sono cambiati gli spettacoli ?
<<Lo show si reinventa ogni volta che il cast cambia, è sempre contemporaneo rispetto al presente. Nel 1991 c’era un’impronta musicale più punk e rock, oggi  di hip hop e dance >>.
Nel 2006 ha creato The Lost & Found Orchestra dove si è calato anche nel ruolo di direttore d’orchestra, elevando la musica di Stomp a un livello sinfonico, prosegue ancora il progetto?
<<Purtroppo no. L’ultimo concerto l’abbiamo fatto in Australia prima della pandemia, è un grande show con 400 performers ma un giorno spero di portarlo in Italia>>.
Nel film “Post” ha lavorato con la celebre ballerina di flamenco Eva Yerbabuena, in cima all’Alhambra, in Granada, cosa le ha trasmesso?
<<Energia e passione, quello che caratterizza anche il lavoro di Stomp>>.

(Pubblicato in TuttoMilano-La Repubblica il 26/10/2022)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *