“Santa” di Aterballetto e Sanpapié tra danza e architettura industriale

Dal cuore di Reggiane Parco Innovazione, simbolo della storia industriale di Reggio Emilia e oggi polo d’innovazione, prende vita dal 12 giugno al 5 luglio SANTA: un’opera site-specific dove danza, arte contemporanea e architettura s’intrecciano in un percorso immersivo, coinvolgente e radicalmente sperimentale. SANTA è una coproduzione CCN/Aterballetto e Compagnia Sanpapié, e rappresenta la prima tappa del nuovo format Danze dell’Utopia, ideato da Gigi Cristoforetti, curato dal Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto con l’obiettivo di attraversare luoghi iconici e insoliti con performance esigenti, capaci di coinvolgere nuovi pubblici e moltiplicare i linguaggi dell’arte. SANTA è firmata da Nicolas Ballario, figura di riferimento nel panorama dell’arte contemporanea, che cura anche il testo-guida dell’esperienza. Le azioni coreografiche sono affidate a Lara Guidetti, coreografa che costruisce un tessuto danzato instabile e potente, in costante dialogo con gli spazi e con le opere di Maurizio Cattelan, gentilmente concesse dall’archivio dell’artista. Il titolo SANTA è al tempo stesso evocativo e provocatorio: definisce la tensione tra sacro e profano, spiritualità e corporeità, e porta con sé un immaginario potente e stratificato: SANTA soprattutto è un campo aperto di riflessione e immaginazione.“La santità non è qui uno status spirituale o religioso -dice Nicolas Ballario- ma una condizione simbolica, una possibilità poetica di ridefinire lo sguardo sul corpo, sul desiderio, sul potere e sulla fragilità. SANTA è un titolo che accende domande, più che offrire risposte. È un invito a guardare, sentire e pensare senza ridurre o etichettare. Un atto di nomina che apre lo sguardo, in opposizione a ogni chiusura”. Un rito collettivo nel segno del paradosso e della metamorfosi SANTA è una produzione multidisciplinare che dà origine a una performance itinerante e immersiva nei Capannoni 17 e 18 delle Reggiane Parco Innovazione. Ciò che va in scena è una sorta di rito collettivo sui generis, in cui gli spettatori, dotati di cuffie silent-disco, vengono guidati da Nicolas Ballario in un percorso tra parola, musica, danza, architettura, sino alle opere di Maurizio Cattelan che sovvertono le logiche percettive e amplificano lo straniamento. «La danza – spiega Lara Guidetti – è un ponte mobile, un tessuto coreografico che attraversa gli spazi, le opere e i corpi degli spettatori senza mai fissarsi>>. L’opera come punto d’arrivo e detonatore di senso, la performance culmina nell’incontro con un’opera di Maurizio Cattelan, artista simbolo del paradosso e dello straniamento.