“Serata van Manen-Petit” alla Scala: cinque balletti firmati da due grandi della coreografia
“I miei balletti parlano di relazioni umane per questo gli sguardi sono molto importanti, quando si balla insieme ci deve essere la coscienza della presenza dell’altro e dell’ambiente”. Parole di un ottantottenne famoso, il coreografo e fotografo olandese Hans van Manen che, dopo una lunga assenza dalle scene milanesi (l’ultima volta nel 1988), ritorna alla Scala per un nuovo appuntamento con i balletti da camera, Serata van Manen-Petit (23 gennaio-8 febbraio) con tre gemme del suo repertorio: Adagio Hammerklavier con la Sonata n.29 in si bem. magg. Op.106 di Ludwig van Beethoven e due novità per gli scaligeri, Kammerballett per otto danzatori su musiche di Kara Karayev, Domenico Scarlatti, John Cage e Sarcasmen sul celebre pezzo di Sergej Prokof’ev. Al pianoforte James Vaughan. La serata contempla altri due balletti di Roland Petit con il felice ritorno di Roberto Bolle che s’esibirà con Nicoletta Manni in Le Jeune homme et la Mort (Jean Cocteau) nelle recite del 23,24,25,28,31 gennaio – 1° febbraio e che vedrà impegnati anche Claudio Coviello e Martina Arduino (5,7,8/2),Marta Romagna e Nicola Del Freo(7/2).
“Ho ballato la prima volta Le Jeune homme et la Mort quindici anni fa- ha spiegato Bolle-un ruolo che amo riaffrontare perché mi costringe a portare in scena emozioni profonde e a liberarmi da molti freni inibitori che un artista non deve avere”. Il celebre pezzo esistenzialista su musica di J.S.Bach, ha spinto anche Arduino ( che danzerà anche Adagio Hammerklavier e Sarcasmen), a uscire dalla propria zona comfort “per superare i propri limiti” ha raccontato la danzatrice. Se con Bolle Manni danza per la prima volta “La Morte”, la seduttiva e diabolica fanciulla in abito giallo e caschetto nero, ruolo con il quale ha vinto il Premio Benois de la Danse a Mosca nel 2015, con Coviello s’esibirà in Sarcasmen : “Perfetto per noi che siamo molto amici e abbiamo la giusta confidenza per essere sarcastici- dice – ci punzecchiamo ma con complicità”. A rimontare anche il secondo capolavoro di Petit, scomparso nel 2011, Le combat des anges tratto da Proust, ou les intermittences du coeur , su musica di Gabriel Fauré, l’immancabile ex ballerino e collaboratore del coreografo, Luigi Bonino che ha spiegato: “è un passo a due sensuale, forte, di lotta ma che termina bene”.
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