“Winterreise” di Angelin Preljocaj conquista il pubblico scaligero


“Winterreise” di Angelin Preljocaj conquista il pubblico scaligero

Strana coincidenza, la scomparsa del noto ballerino Roberto Fascilla che il direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, Frédéric Olivieri, ha ricordato ieri sera, con un minuto di silenzio, in concomitanza del debutto di Winterreise (Viaggio d’inverno), il balletto del coreografo franco-albanese Angelin Preljocaj sui 24 Lieder di Franz Schubert dove il senso della morte è presente dall’inizio alla fine, in una graduale e delicata visione. Una serata toccante e magica che ha confermato il talento e la sensibilità di questo noto coreografo formatosi prima al classico, poi grazie a un’allieva di Mary Wigman, Karin Waehner, all’espressionismo tedesco e, negli anni di New York, al formalismo astratto di Merce Cunningham. I 24 Lieder accompagnati dalla suggestiva voce del giovane basso baritono Thomas Tatzl che canta i versi del poeta romantico Wilhelm Müller muovendosi con delicatezza, tra il palcoscenico e la buca dove il pianista James Vaughan ha suonato con grande maestria, introducono gli spettatori in una dimensione astratta ed elevata. Il connubio con la danza è perfetto, fin dalla prima scena si entra nella rarefatta atmosfera di una giornata invernale con sei danzatori in abiti neri, di spalle e il baritono; insieme si muovono sul palcoscenico ricoperto di foglie grigie (così delicate da sembrare petali di fiori), dalle quali emergono i corpi delle ballerine che, sollevate dalle braccia dei partners, aprono le gambe in spaccata e si lasciano trasportare, con lievità, nello spazio. La sensazione è di venire trascinati in una corrente melanconica mista di dolcezza e stupore, tra fiocchi di neve che lentamente cadono, in un susseguirsi di movimenti di gruppo, di passi a tre e a due, dove la musica pervade l’animo accompagnata dalla delicatezza di una danza nello stesso tempo rarefatta e misteriosa.In alcuni passaggi i corpi penzolano appesi sulle spalle, in stato di abbandono e di morte e tra i pensieri funesti c’è anche il suicidio, tipico del pensiero romantico, con il gesto di una danzatrice che finge di spararsi in bocca.

“Winterreise” foto Brescia e Amisano

Le scene, molto suggestive, della designer francese Constance Guisset, con fondali luminosi bianchi e le calde luci di Éric Soyer, amplificano la percezione di entrare in un mondo ultraterreno ma con un estetica contemporanea, soprattutto nella seconda parte dove il colore si sostituisce al grigio argentato delle foglie e apre orizzonti più solari di una natura riconciliata: meravigliosa l’immagine del sipario nero che, lentamente si chiude sul fondale luminoso fino a ridurlo a un piccolo quadrato e nel quale scompaiono i danzatori. Le esperienze di Preljocaj con i cortometraggi e con i film, hanno raffinato la sua creatività, regalandoci immagini che sembrano uscite dall’occhio di una telecamera. In Winterreise si coglie un senso di sospensione e di abbandono,  penso ai tre cerchi colorati che appaiono in alto mentre i ballerini si muovono attraverso movimenti di grande respiro. Le pose statuarie dei corpi sembrano, invece, ripercorrere i silenzi musicali in un intreccio armonioso di movimenti. I danzatori scaligeri si sono mostrati all’altezza di questo “viaggio” così intenso e profondo, hanno regalato al pubblico, attimi di contemplazione in perfetta sintonia con la parte musicale. Winterreise è l’esempio visivo di come si può accompagnare, con estrema delicatezza, una persona nel difficile passaggio della vita alla morte, un sussurro lieve che penetra nell’anima e apre orizzonti di eternità. Preljocaj dopo Annonciation (balletto già allestito alla Scala con Le Parc e La Stravaganza), conferma con Winterreise il suo forte anelito ascetico intriso di un’autentica corporeità.

Teatro alla Scala fino al 9 marzo. Biglietti 11/127 euro. Tel. 02.72003744.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

“Winterreise” di Angelin Preljocaj conquista il pubblico scaligero


“Winterreise” di Angelin Preljocaj conquista il pubblico scaligero

Strana coincidenza, la scomparsa del noto ballerino Roberto Fascilla che il direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, Frédéric Olivieri, ha ricordato ieri sera, con un minuto di silenzio, in concomitanza del debutto di Winterreise (Viaggio d’inverno), il balletto del coreografo franco-albanese Angelin Preljocaj sui 24 Lieder di Franz Schubert dove il senso della morte è presente dall’inizio alla fine, in una graduale e delicata visione. Una serata toccante e magica che ha confermato il talento e la sensibilità di questo noto coreografo formatosi prima al classico, poi grazie a un’allieva di Mary Wigman, Karin Waehner, all’espressionismo tedesco e, negli anni di New York, al formalismo astratto di Merce Cunningham. I 24 Lieder accompagnati dalla suggestiva voce del giovane basso baritono Thomas Tatzl che canta i versi del poeta romantico Wilhelm Müller muovendosi con delicatezza, tra il palcoscenico e la buca dove il pianista James Vaughan ha suonato con grande maestria, introducono gli spettatori in una dimensione astratta ed elevata. Il connubio con la danza è perfetto, fin dalla prima scena si entra nella rarefatta atmosfera di una giornata invernale con sei danzatori in abiti neri, di spalle e il baritono; insieme si muovono sul palcoscenico ricoperto di foglie grigie (così delicate da sembrare petali di fiori), dalle quali emergono i corpi delle ballerine che, sollevate dalle braccia dei partners, aprono le gambe in spaccata e si lasciano trasportare, con lievità, nello spazio. La sensazione è di venire trascinati in una corrente melanconica mista di dolcezza e stupore, tra fiocchi di neve che lentamente cadono, in un susseguirsi di movimenti di gruppo, di passi a tre e a due, dove la musica pervade l’animo accompagnata dalla delicatezza di una danza nello stesso tempo rarefatta e misteriosa.In alcuni passaggi i corpi penzolano appesi sulle spalle, in stato di abbandono e di morte e tra i pensieri funesti c’è anche il suicidio, tipico del pensiero romantico, con il gesto di una danzatrice che finge di spararsi in bocca.

“Winterreise” foto Brescia e Amisano

Le scene, molto suggestive, della designer francese Constance Guisset, con fondali luminosi bianchi e le calde luci di Éric Soyer, amplificano la percezione di entrare in un mondo ultraterreno ma con un estetica contemporanea, soprattutto nella seconda parte dove il colore si sostituisce al grigio argentato delle foglie e apre orizzonti più solari di una natura riconciliata: meravigliosa l’immagine del sipario nero che, lentamente si chiude sul fondale luminoso fino a ridurlo a un piccolo quadrato e nel quale scompaiono i danzatori. Le esperienze di Preljocaj con i cortometraggi e con i film, hanno raffinato la sua creatività, regalandoci immagini che sembrano uscite dall’occhio di una telecamera. In Winterreise si coglie un senso di sospensione e di abbandono,  penso ai tre cerchi colorati che appaiono in alto mentre i ballerini si muovono attraverso movimenti di grande respiro. Le pose statuarie dei corpi sembrano, invece, ripercorrere i silenzi musicali in un intreccio armonioso di movimenti. I danzatori scaligeri si sono mostrati all’altezza di questo “viaggio” così intenso e profondo, hanno regalato al pubblico, attimi di contemplazione in perfetta sintonia con la parte musicale. Winterreise è l’esempio visivo di come si può accompagnare, con estrema delicatezza, una persona nel difficile passaggio della vita alla morte, un sussurro lieve che penetra nell’anima e apre orizzonti di eternità. Preljocaj dopo Annonciation (balletto già allestito alla Scala con Le Parc e La Stravaganza), conferma con Winterreise il suo forte anelito ascetico intriso di un’autentica corporeità.

Teatro alla Scala fino al 9 marzo. Biglietti 11/127 euro. Tel. 02.72003744.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *