Alessandra Incontra Beckett


Alessandra Incontra Beckett
Alessandra Ferri in "L'heure exquise da Les beaux jours" foto Silvia Lelli

E’ stato il regalo per i suoi quarant’anni di carriera, L’heure exquise da Les beaux jours (Giorni Felici) di Samuel Beckett, un’immersione, anima e corpo in un altro personaggio femminile, Winnie, la ballerina âgée, creato e immaginato da Maurice Béjart nel 1998, per un’altra icona della danza, Carla Fracci. L’abbiamo applaudita a giugno, al suo debutto, a Ravenna Festival e la rivedremo, questa volta in coppia con Thomas Whitehead, Principal Character Artist del Royal Ballet (invece di Carsten Jung dell’Hamburg Ballet), al Piccolo Teatro per tre serate dal 20 al 22 aprile e poi a Trento (27/4), Padova (4,5/5), Treviso (7,8/5) e Venezia (11,12/5). Alessandra Ferri continua a stupire il pubblico, dopo Virginia Woolf, Eleonora Duse e Lea di Chéri, si cala nel personaggio di Winnie, una donna che ha trascorso la sua vita sul palcoscenico, con naturalezza e innocente gaiezza. Si misura con la danza e una recitazione calibrata, tra pause, risate, sorrisi, turbamenti, canzoncine da musical, ricordi struggenti e malinconici dei giorni felici, accompagnata da Whitehead nel ruolo di Willy. Sommersa da una montagna di tremila scarpette da punta usate (invece della sabbia) fin dall’inizio, conquista il pubblico, come un prestigiatore, riallinea i ricordi attraverso gli oggetti che pesca da una borsetta: una spazzola, una boccetta di profumo, uno specchio, una rosa e una rivoltella, intimidazione simbolica alla felicità. Accompagnati dalle musiche di Anton Webern, Five pieces for orchestra, dall’Adagio Symphony n.4 III moviment di Gustav Mahler dalla frizzante Fantasia in C Minor k.475 di W.A.Mozart, dall’orecchiabile motivetto Tea for Two dal musical No No Nanette e da La Veuve Joyeuse di Franz Lehar, nei costumi di Luisa Spinatelli, le scene di Roger Bernard, i due protagonisti affrontano questo lavoro esistenzialista in bilico tra ricordi felici e la minaccia della morte. Uno spettacolo che regala, insieme a lunghi attimi di “sacro” silenzio, anche atmosfere felliniane: avvolta in un mantello di tulle bianco, con in testa un cappellino, Ferri coglie il suo momento felice: <<quello in cui mi perdo nella danza e spicco ancora il volo>>.

(Pubblicato in TuttoMilano-La Repubblica 14 aprile 2022)

Commenti ricevuti

  1. Daniela roversi ha detto:

    Bellissima bravissima! Grazie x seguirla! Sempre e dovunque’ !!

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Alessandra Ferri in "L'heure exquise da Les beaux jours" foto Silvia Lelli

E’ stato il regalo per i suoi quarant’anni di carriera, L’heure exquise da Les beaux jours (Giorni Felici) di Samuel Beckett, un’immersione, anima e corpo in un altro personaggio femminile, Winnie, la ballerina âgée, creato e immaginato da Maurice Béjart nel 1998, per un’altra icona della danza, Carla Fracci. L’abbiamo applaudita a giugno, al suo debutto, a Ravenna Festival e la rivedremo, questa volta in coppia con Thomas Whitehead, Principal Character Artist del Royal Ballet (invece di Carsten Jung dell’Hamburg Ballet), al Piccolo Teatro per tre serate dal 20 al 22 aprile e poi a Trento (27/4), Padova (4,5/5), Treviso (7,8/5) e Venezia (11,12/5). Alessandra Ferri continua a stupire il pubblico, dopo Virginia Woolf, Eleonora Duse e Lea di Chéri, si cala nel personaggio di Winnie, una donna che ha trascorso la sua vita sul palcoscenico, con naturalezza e innocente gaiezza. Si misura con la danza e una recitazione calibrata, tra pause, risate, sorrisi, turbamenti, canzoncine da musical, ricordi struggenti e malinconici dei giorni felici, accompagnata da Whitehead nel ruolo di Willy. Sommersa da una montagna di tremila scarpette da punta usate (invece della sabbia) fin dall’inizio, conquista il pubblico, come un prestigiatore, riallinea i ricordi attraverso gli oggetti che pesca da una borsetta: una spazzola, una boccetta di profumo, uno specchio, una rosa e una rivoltella, intimidazione simbolica alla felicità. Accompagnati dalle musiche di Anton Webern, Five pieces for orchestra, dall’Adagio Symphony n.4 III moviment di Gustav Mahler dalla frizzante Fantasia in C Minor k.475 di W.A.Mozart, dall’orecchiabile motivetto Tea for Two dal musical No No Nanette e da La Veuve Joyeuse di Franz Lehar, nei costumi di Luisa Spinatelli, le scene di Roger Bernard, i due protagonisti affrontano questo lavoro esistenzialista in bilico tra ricordi felici e la minaccia della morte. Uno spettacolo che regala, insieme a lunghi attimi di “sacro” silenzio, anche atmosfere felliniane: avvolta in un mantello di tulle bianco, con in testa un cappellino, Ferri coglie il suo momento felice: <<quello in cui mi perdo nella danza e spicco ancora il volo>>.

(Pubblicato in TuttoMilano-La Repubblica 14 aprile 2022)

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  1. Daniela roversi ha detto:

    Bellissima bravissima! Grazie x seguirla! Sempre e dovunque’ !!

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