In cerca di Equilibrio con “Balance of Power” di Parsons Dance


In cerca di Equilibrio con “Balance of Power” di Parsons Dance
Parsons Dance Company

<<Il pubblico italiano deve veramente realizzare che è stato fondamentale per la crescita della mia compagnia perché ha davvero molto contribuito al suo successo>> sembra molto soddisfatto il bel “David” della danza contemporanea americana, oggi over 60, David Parsons,  di nuovo in Italia con una lunga tournée che parte da Milano, l’ 1 e il 2 novembre, al Teatro degli Arcimboldi e si concluderà, il 3 dicembre a Genova, al Politeama. Balance of Power è il titolo eloquente del tour ospite in diciassette città, sul tema dell’equilibrio, nella vita di tutti i giorni e sul palcoscenico, che toccherà anche la capitale, dal 14 al 17 novembre, al Teatro Olimpico, nato dall’omonimo assolo creato nel 2020, in piena pandemia, con il compositore percussionista Giancarlo De Trizio. Lo danzerà a Milano, Pescara e Roma, la bellissima prima ballerina Elena D’Amario, da dieci anni in compagnia, autrice anche del romanzo autobiografico Salto (Mondadori). Volto noto della trasmissione “Amici” di Maria De Filippi e curatrice nell’ultima edizione di  Sanremo del duetto tra Olly e Lorella Cuccarini “La notte vola”. <<La cosa incredibile è che Balance of power – dice – rappresenta davvero l’equilibrio umano che si ritrova nella compagnia e sul palco, richiede una grande preparazione atletica>>.

Elena D’Amario_Braun

L’ispirazione è arrivata a Parsons da Bolero <<che inizia molto in sordina-spiega il coreografo- per poi arrivare a uno sviluppo crescente, fino alla frenesia finale>>. Altro grande talento della compagnia è Zoey Anderson che si alternerà negli assoli con D’Amario e ballerà gli altri pezzi con la compagnia.  Oltre a quattro celebri titoli di repertorio, ci sono due novità: Juke del coreografo residente Jamar Roberts, già ballerino dell’American Dance Theatre di Alvin Ailey , un omaggio a Spanish Key, tratto dall’album Bitches Brew (1970) del leggendario jazzista Miles Davis e agli anni Settanta e The shape of Us. <<Questa coreografia che Elena presenterà a Milano, Pescara (sua città nativa) e Roma – racconta Parsons – è nata ispirandomi alla sua fisicità e al suo talento. C’è una coppia che cambia lo stato d’animo degli altri ballerini  scoprendo la bellezza che c’è in ognuno. Bisogna svegliarci tutti e non dimenticare che viviamo in un mondo meraviglioso a prescindere da tutta la negatività che lo abita >>. La musica è del gruppo pop rock elettronico sperimentale, Son Lux, guidato da Ryan Lott che ha ricevuto la nomination all’Oscar per la colonna sonora del film premio Oscar 2023, Everything Everywhere All At Once. <<Uno dei miei obbiettivi è di attrarre un pubblico giovane- afferma Parsons-quando ho incontrato Elena aveva 16 anni, non parlava ancora inglese, anche Robert Battle aveva 18 anni, stiamo facendo veramente la storia della danza. Solo attraverso gli spettacoli live si può portare un livello di arte così alto>>. In programma oltre a Takademe (1996) di Battle con i costumi di Missoni, anche l’iconico Caught , l’assolo su luci stroboscopiche ideate dal prestigioso light designer Howell Binkley sulle note di “Let the power fall” di Robert Fripp che D’Amario ha ballato centinaia di volte come Parsons. L’ultima coreografia è Whirlaway (2014) per celebrare Allen Toussaint, fenomeno musicale di New Orleans, su musiche che vanno dal rock al blues, passando per tutte le tinte del jazz, un alternarsi di assoli, passi a due, a quattro, a sei, a otto in una danza giocosa di grande effetto . << Il mio marchio artistico è dare gioia – spiega Parsons- oggi ne abbiamo molto più bisogno ma  nelle mie coreografie non c’è solo leggerezza, penso a The shape of Us che rappresenta molto bene le emozioni complesse della nostra contemporaneità. Sono un’ottimista ma ho anch’io il mio lato oscuro. All’epoca dell’aids, negli anni Ottanta, avevo creato un pezzo dal titolo, Ring around the Rose ispirato alla filastrocca  Ring around the Rosie (in italiano “Giro Giro Tondo”), legato simbolicamente alla peste. Una riflessione profonda sulla vulnerabilità umana, la malattia, in quel pezzo non c’era nessuna gioia. Eppure cerco sempre di avere uno sguardo positivo>>. Faremo un servizio sullo spettacolo con interviste agli artisti e un mio intervento  il 19 novembre a Di BuonMattino (Tv2000-canale 28).

 

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<<Il pubblico italiano deve veramente realizzare che è stato fondamentale per la crescita della mia compagnia perché ha davvero molto contribuito al suo successo>> sembra molto soddisfatto il bel “David” della danza contemporanea americana, oggi over 60, David Parsons,  di nuovo in Italia con una lunga tournée che parte da Milano, l’ 1 e il 2 novembre, al Teatro degli Arcimboldi e si concluderà, il 3 dicembre a Genova, al Politeama. Balance of Power è il titolo eloquente del tour ospite in diciassette città, sul tema dell’equilibrio, nella vita di tutti i giorni e sul palcoscenico, che toccherà anche la capitale, dal 14 al 17 novembre, al Teatro Olimpico, nato dall’omonimo assolo creato nel 2020, in piena pandemia, con il compositore percussionista Giancarlo De Trizio. Lo danzerà a Milano, Pescara e Roma, la bellissima prima ballerina Elena D’Amario, da dieci anni in compagnia, autrice anche del romanzo autobiografico Salto (Mondadori). Volto noto della trasmissione “Amici” di Maria De Filippi e curatrice nell’ultima edizione di  Sanremo del duetto tra Olly e Lorella Cuccarini “La notte vola”. <<La cosa incredibile è che Balance of power – dice – rappresenta davvero l’equilibrio umano che si ritrova nella compagnia e sul palco, richiede una grande preparazione atletica>>.

Elena D’Amario_Braun

L’ispirazione è arrivata a Parsons da Bolero <<che inizia molto in sordina-spiega il coreografo- per poi arrivare a uno sviluppo crescente, fino alla frenesia finale>>. Altro grande talento della compagnia è Zoey Anderson che si alternerà negli assoli con D’Amario e ballerà gli altri pezzi con la compagnia.  Oltre a quattro celebri titoli di repertorio, ci sono due novità: Juke del coreografo residente Jamar Roberts, già ballerino dell’American Dance Theatre di Alvin Ailey , un omaggio a Spanish Key, tratto dall’album Bitches Brew (1970) del leggendario jazzista Miles Davis e agli anni Settanta e The shape of Us. <<Questa coreografia che Elena presenterà a Milano, Pescara (sua città nativa) e Roma – racconta Parsons – è nata ispirandomi alla sua fisicità e al suo talento. C’è una coppia che cambia lo stato d’animo degli altri ballerini  scoprendo la bellezza che c’è in ognuno. Bisogna svegliarci tutti e non dimenticare che viviamo in un mondo meraviglioso a prescindere da tutta la negatività che lo abita >>. La musica è del gruppo pop rock elettronico sperimentale, Son Lux, guidato da Ryan Lott che ha ricevuto la nomination all’Oscar per la colonna sonora del film premio Oscar 2023, Everything Everywhere All At Once. <<Uno dei miei obbiettivi è di attrarre un pubblico giovane- afferma Parsons-quando ho incontrato Elena aveva 16 anni, non parlava ancora inglese, anche Robert Battle aveva 18 anni, stiamo facendo veramente la storia della danza. Solo attraverso gli spettacoli live si può portare un livello di arte così alto>>. In programma oltre a Takademe (1996) di Battle con i costumi di Missoni, anche l’iconico Caught , l’assolo su luci stroboscopiche ideate dal prestigioso light designer Howell Binkley sulle note di “Let the power fall” di Robert Fripp che D’Amario ha ballato centinaia di volte come Parsons. L’ultima coreografia è Whirlaway (2014) per celebrare Allen Toussaint, fenomeno musicale di New Orleans, su musiche che vanno dal rock al blues, passando per tutte le tinte del jazz, un alternarsi di assoli, passi a due, a quattro, a sei, a otto in una danza giocosa di grande effetto . << Il mio marchio artistico è dare gioia – spiega Parsons- oggi ne abbiamo molto più bisogno ma  nelle mie coreografie non c’è solo leggerezza, penso a The shape of Us che rappresenta molto bene le emozioni complesse della nostra contemporaneità. Sono un’ottimista ma ho anch’io il mio lato oscuro. All’epoca dell’aids, negli anni Ottanta, avevo creato un pezzo dal titolo, Ring around the Rose ispirato alla filastrocca  Ring around the Rosie (in italiano “Giro Giro Tondo”), legato simbolicamente alla peste. Una riflessione profonda sulla vulnerabilità umana, la malattia, in quel pezzo non c’era nessuna gioia. Eppure cerco sempre di avere uno sguardo positivo>>. Faremo un servizio sullo spettacolo con interviste agli artisti e un mio intervento  il 19 novembre a Di BuonMattino (Tv2000-canale 28).

 

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