“Italy Tour 2019” ultime tappe a Milano e Bari: buonumore con gli atletici danzatori di David Parsons


“Italy Tour 2019” ultime tappe a Milano e Bari: buonumore con gli atletici danzatori di David Parsons
Parsons Dance Guys Foto Lois Greenfield

Ormai in dirittura di arrivo “Italy Tour 2019” della Parsons Dance, con la sua danza gioiosa, ironica, acrobatica, leggera, energetica, carica di ottimismo e perciò contagiosa, partito il 25 gennaio, dal Teatro Ponchielli di Cremona ha toccato venti città italiane e, dal 1 al 3 marzo, arriva al Teatro Nazionale Che Banca! a Milano (ultima serata il 5 marzo al Teatro Team di Bari).  David Parsons, il bel “David” della danza americana, 59 anni portati con classe e buonumore ha coinvolto i suoi danzatori, in sei coreografie, tra le quali l’intramontabile Caught (1982), su musica di Robert Fripp, entrato nel repertorio dell’American Ballet Theatre, una sorta di volo infinito di un corpo (maschile o femminile) che, grazie a un gioco di luci stroboscopiche, regala l’illusione di restare sempre in aria, interpretato dalla danzatrice pesarese Elena D’Amario. Gli altri pezzi sono tre classici del repertorio della compagnia Round My World (2012), Hand Dance (2003), Whirlaway (2014) e due novità: in anteprima mondiale Eight Women (2019) su musica di Aretha Franklin del coreografo, fotografo, regista americano Trey McIntyre e, in anteprima europea, Microburst un pezzo per quattro danzatori su musica classica indiana del compositore Avirodh Sharma, che ha debuttato lo scorso maggio al “Joyce Theatre di New York” dove ha anche ricevuto il prestigioso “Capezio Award”. Le luci sono affidate, ancora una volta, al co-fondatore della Parsons Dance, Howell Binkley. Altro elemento vincente degli spettacoli di Parsons sono le musiche che spaziano da Rossini a Mozart, al jazz di Phil Woods e Miles Davis, al brasiliano Milton Nascimento e al chitarrista Robert Fripp; i pezzi della Dave Matthews Band e le più celebri hits degli Earth, Wind & Fire completano il repertorio.
Ex tuffatore, nato a Chicago e cresciuto a Kansas City, Parsons a 17 anni, fece il suo ingresso a New York con una borsa di studio alla Alvin Ailey School e, da allora, il cuore della “Grande Mela”, è diventato il quartiere generale della sua compagnia: “è uno dei posti più vivi del pianeta” mi ha raccontato nell’ultima intervista che gli ho fatto nel 2015. Pupillo prediletto del grande maestro della modern dance americana, Paul Taylor, anche lui arrivato dal mondo dello sport (era un ex nuotatore), Parsons si è conquistato una carriera straordinaria di danzatore, coreografo, direttore, insegnante e produttore. Tra le sue numerose iniziative: “Generation Now Fellowship” un progetto per sviluppare i talenti dei giovani coreografi americani e “Autism Friendly Programs”, una serie di seminari “sensory-friendly” per persone affette da autismo. “David” ha collaborato con con vari artisti di fama tra i quali Billy Taylor, John Mackey, Kenji Bunch, Stephen Schwartz, Allen Toussaint, Donna Karan, Annie Leibovitz, Alex Katz; attualmente è impegnato in un nuovo musical “A Knight’s Tale” di John Caird che ha debuttato, a luglio, all’Imperial Theatre di Tokio, con pop star giapponesi. La danza di David Parsons è trascinante, diverte, punta direttamente all’emozione e al desiderio nascosto di ogni spettatore di ballare e gioire. Grazie alla grande scoperta italiana nel campo delle Neuroscienze della teoria dei “Neuroni specchio”, cogliamo l’origine di questi effetti positivi: quando si osserva un movimento, si attiva il “pattern motorio”, ossia una “simulazione interna” del gesto osservato che non significa l’imitazione dell’azione ma la comprensione del suo scopo. Ogni gesto presuppone un’intenzione, per esempio se si vuole esprimere gioia e si salta, l’osservatore, attraverso quel movimento, coglie l’emozione. Nel caso della danza di Parsons il pubblico ne percepisce la sua solarità e gioia, e questo genera una forma di BENEssere interiore. Lo seguo da oltre vent’anni e posso confermarlo, i suoi spettacoli mi hanno sempre “acceso” il buonumore ( a parte qualche pezzo meno riuscito) e, di questi tempi, non è poco.

YouTube video

Italy Tour 2019
25 GENNAIO – CREMONA – TEATRO PONCHIELLI
26 – 27 GENNAIO – RAVENNA – TEATRO ALIGHIERI
28 GENNAIO – TRIESTE – POLITEAMA ROSSETTI
30 GENNAIO – PORTOGRUARO – TEATRO RUSSOLO
31 GENNAIO – FERRARA – TEATRO COMUNALE
1 FEBBRAIO – BERGAMO – CREBERG TEATRO BERGAMO
2 – 3 FEBBRAIO – BOLOGNA – TEATRO EUROPAUDITORIUM
5 – 6 FEBBRAIO – FOGGIA – TEATRO GIORDANO
7 FEBBRAIO – SENIGALLIA – TEATRO LA FENICE 
8 FEBBRAIO – CARPI – TEATRO COMUNALE
9 – 10 FEBBRAIO – TORINO – TEATRO COLOSSEO
11 FEBBRAIO – AOSTA – TEATRO SPLENDOR
14 – 15 FEBBRAIO – PERUGIA – TEATRO MORLACCHI
16 – 17 FEBBRAIO – PARMA – TEATRO REGIO
19 FEBBRAIO – GENOVA – POLITEAMA GENOVESE
22 FEBBRAIO – COMO – TEATRO SOCIALE
23 FEBBRAIO – VARESE – TEATRO APOLLONIO
26 FEBBRAIO – BOLZANO – TEATRO COMUNALE
27 FEBBRAIO – ROVIGO – TEATRO SOCIALE
DAL 1 AL 3 MARZO – MILANO – TEATRO NAZIONALE CHEBANCA!
5 Marzo- Bari-Teatro Team 

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“Italy Tour 2019” ultime tappe a Milano e Bari: buonumore con gli atletici danzatori di David Parsons


“Italy Tour 2019” ultime tappe a Milano e Bari: buonumore con gli atletici danzatori di David Parsons
Parsons Dance Guys Foto Lois Greenfield

Ormai in dirittura di arrivo “Italy Tour 2019” della Parsons Dance, con la sua danza gioiosa, ironica, acrobatica, leggera, energetica, carica di ottimismo e perciò contagiosa, partito il 25 gennaio, dal Teatro Ponchielli di Cremona ha toccato venti città italiane e, dal 1 al 3 marzo, arriva al Teatro Nazionale Che Banca! a Milano (ultima serata il 5 marzo al Teatro Team di Bari).  David Parsons, il bel “David” della danza americana, 59 anni portati con classe e buonumore ha coinvolto i suoi danzatori, in sei coreografie, tra le quali l’intramontabile Caught (1982), su musica di Robert Fripp, entrato nel repertorio dell’American Ballet Theatre, una sorta di volo infinito di un corpo (maschile o femminile) che, grazie a un gioco di luci stroboscopiche, regala l’illusione di restare sempre in aria, interpretato dalla danzatrice pesarese Elena D’Amario. Gli altri pezzi sono tre classici del repertorio della compagnia Round My World (2012), Hand Dance (2003), Whirlaway (2014) e due novità: in anteprima mondiale Eight Women (2019) su musica di Aretha Franklin del coreografo, fotografo, regista americano Trey McIntyre e, in anteprima europea, Microburst un pezzo per quattro danzatori su musica classica indiana del compositore Avirodh Sharma, che ha debuttato lo scorso maggio al “Joyce Theatre di New York” dove ha anche ricevuto il prestigioso “Capezio Award”. Le luci sono affidate, ancora una volta, al co-fondatore della Parsons Dance, Howell Binkley. Altro elemento vincente degli spettacoli di Parsons sono le musiche che spaziano da Rossini a Mozart, al jazz di Phil Woods e Miles Davis, al brasiliano Milton Nascimento e al chitarrista Robert Fripp; i pezzi della Dave Matthews Band e le più celebri hits degli Earth, Wind & Fire completano il repertorio.
Ex tuffatore, nato a Chicago e cresciuto a Kansas City, Parsons a 17 anni, fece il suo ingresso a New York con una borsa di studio alla Alvin Ailey School e, da allora, il cuore della “Grande Mela”, è diventato il quartiere generale della sua compagnia: “è uno dei posti più vivi del pianeta” mi ha raccontato nell’ultima intervista che gli ho fatto nel 2015. Pupillo prediletto del grande maestro della modern dance americana, Paul Taylor, anche lui arrivato dal mondo dello sport (era un ex nuotatore), Parsons si è conquistato una carriera straordinaria di danzatore, coreografo, direttore, insegnante e produttore. Tra le sue numerose iniziative: “Generation Now Fellowship” un progetto per sviluppare i talenti dei giovani coreografi americani e “Autism Friendly Programs”, una serie di seminari “sensory-friendly” per persone affette da autismo. “David” ha collaborato con con vari artisti di fama tra i quali Billy Taylor, John Mackey, Kenji Bunch, Stephen Schwartz, Allen Toussaint, Donna Karan, Annie Leibovitz, Alex Katz; attualmente è impegnato in un nuovo musical “A Knight’s Tale” di John Caird che ha debuttato, a luglio, all’Imperial Theatre di Tokio, con pop star giapponesi. La danza di David Parsons è trascinante, diverte, punta direttamente all’emozione e al desiderio nascosto di ogni spettatore di ballare e gioire. Grazie alla grande scoperta italiana nel campo delle Neuroscienze della teoria dei “Neuroni specchio”, cogliamo l’origine di questi effetti positivi: quando si osserva un movimento, si attiva il “pattern motorio”, ossia una “simulazione interna” del gesto osservato che non significa l’imitazione dell’azione ma la comprensione del suo scopo. Ogni gesto presuppone un’intenzione, per esempio se si vuole esprimere gioia e si salta, l’osservatore, attraverso quel movimento, coglie l’emozione. Nel caso della danza di Parsons il pubblico ne percepisce la sua solarità e gioia, e questo genera una forma di BENEssere interiore. Lo seguo da oltre vent’anni e posso confermarlo, i suoi spettacoli mi hanno sempre “acceso” il buonumore ( a parte qualche pezzo meno riuscito) e, di questi tempi, non è poco.

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Italy Tour 2019
25 GENNAIO – CREMONA – TEATRO PONCHIELLI
26 – 27 GENNAIO – RAVENNA – TEATRO ALIGHIERI
28 GENNAIO – TRIESTE – POLITEAMA ROSSETTI
30 GENNAIO – PORTOGRUARO – TEATRO RUSSOLO
31 GENNAIO – FERRARA – TEATRO COMUNALE
1 FEBBRAIO – BERGAMO – CREBERG TEATRO BERGAMO
2 – 3 FEBBRAIO – BOLOGNA – TEATRO EUROPAUDITORIUM
5 – 6 FEBBRAIO – FOGGIA – TEATRO GIORDANO
7 FEBBRAIO – SENIGALLIA – TEATRO LA FENICE 
8 FEBBRAIO – CARPI – TEATRO COMUNALE
9 – 10 FEBBRAIO – TORINO – TEATRO COLOSSEO
11 FEBBRAIO – AOSTA – TEATRO SPLENDOR
14 – 15 FEBBRAIO – PERUGIA – TEATRO MORLACCHI
16 – 17 FEBBRAIO – PARMA – TEATRO REGIO
19 FEBBRAIO – GENOVA – POLITEAMA GENOVESE
22 FEBBRAIO – COMO – TEATRO SOCIALE
23 FEBBRAIO – VARESE – TEATRO APOLLONIO
26 FEBBRAIO – BOLZANO – TEATRO COMUNALE
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