I danzatori del Balletto Preljocaj sfidano la “Gravità”


I danzatori del Balletto Preljocaj sfidano la “Gravità”
"Gravité" di Angelin Preljocaj

Lo seguo da molti anni, è uno dei coreografi che amo molto, Angelin Preljocaj, franco-albanese e nome di punta della danza internazionale che ho avuto la fortuna d’intervistare (leggi) e incontrare in varie occasioni (l’anno scorso  alla prima mondiale di Winterreise  al Teatro alla Scala). In questi giorni è in tournée  con la sua compagnia, il Ballet Preljocaj (1985) con Gravité, creazione del 2018, in tre città italiane: a Modena, in prima nazionale,  il 18 febbraio al Teatro Comunale Luciano Pavarotti , il 20/2 al Teatro Fraschini a Pavia e il 23/2  al Teatro Regio a Parma (ore 20.30). Questa volta la ricerca di Preljocaj è partita dal pensiero del filosofo olandese Spinoza (1632-1677) per “riflettere” anche con il corpo, sulle sensazioni del peso e della leggerezza con una scelta musicale che spazia dalle musiche di Ravel (fino a omaggiare Béjart con il suo Bolero) a Bach e alla musica techno. La motivazione? “Da diversi anni, le nozioni di peso, spazio, velocità e massa hanno attraversato in modo intuitivo la mia ricerca coreografica – racconta – il lavoro quotidiano con i danzatori mi porta a sperimentare forme i cui componenti fondamentali girano attorno a questo tema, contemporaneamente astratto e terribilmente concreto”.

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Lo seguo da molti anni, è uno dei coreografi che amo molto, Angelin Preljocaj, franco-albanese e nome di punta della danza internazionale che ho avuto la fortuna d’intervistare (leggi) e incontrare in varie occasioni (l’anno scorso  alla prima mondiale di Winterreise  al Teatro alla Scala). In questi giorni è in tournée  con la sua compagnia, il Ballet Preljocaj (1985) con Gravité, creazione del 2018, in tre città italiane: a Modena, in prima nazionale,  il 18 febbraio al Teatro Comunale Luciano Pavarotti , il 20/2 al Teatro Fraschini a Pavia e il 23/2  al Teatro Regio a Parma (ore 20.30). Questa volta la ricerca di Preljocaj è partita dal pensiero del filosofo olandese Spinoza (1632-1677) per “riflettere” anche con il corpo, sulle sensazioni del peso e della leggerezza con una scelta musicale che spazia dalle musiche di Ravel (fino a omaggiare Béjart con il suo Bolero) a Bach e alla musica techno. La motivazione? “Da diversi anni, le nozioni di peso, spazio, velocità e massa hanno attraversato in modo intuitivo la mia ricerca coreografica – racconta – il lavoro quotidiano con i danzatori mi porta a sperimentare forme i cui componenti fondamentali girano attorno a questo tema, contemporaneamente astratto e terribilmente concreto”.

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