“Woolf Works” al Teatro alla Scala: un intreccio epico tra letteratura e danza


“Woolf Works” al Teatro alla Scala: un intreccio epico tra letteratura e danza
Alessandra Ferri e Federico Bonelli in "Woolf Works" di Wayne McGregor alla Scala. Foto di Tristram Kenton

Il mondo letterario di una delle scrittrici più emblematiche del ventesimo secolo, Virginia Woolf (1882-1941), da molti amata, da altri ferocemente etichettata come “brava” ma “intellettuale e snob”, è stato catturato dalla visione poetica di un astro della danza inglese, il coreografo Wayne McGregor che, nel 2015, ispirato dalle epiche musiche del compositore Max Richter ha creato Woolf Works per il Royal Ballet. Un successo a cinque stelle (Olivier Award come “Best New Dance Production” e Critics Circle Award come migliore coreografia classica), interpretato da una delle nostre étoile più amate, Alessandra Ferri, di nuovo in scena alla Scala, il Teatro che l’ha vista nascere, abbandonare le scene nel 2007, ritornare dopo dieci anni con un suo cavallo di battaglia, Romeo e GiuliettaGrazie alla sua intensa, drammatica, autentica interpretazione dell’anima forte e fragile, di questa grande scrittrice, morta suicida per depressione, si è conquistata, nel 2016, il suo secondo Olivier Award for “Outstanding Achievemnt in Dance”. Al suo fianco il Principal dancer del Royal Ballet, Federico Bonelli. Woolf Works è un debutto scaligero e nazionale (Teatro alla Scala dal 7 al 20 aprile) che entra, a pieno titolo, nel cartellone dei Balletti, una nuova première con la quale si stanno misurando i nostri danzatori. Per McGregor è un ritorno felice, dopo tanti anni (l’ultima volta era il 2006 quando firmò la regia e la coreografia di Dido and Aeneas di Purcell) alla Scala, con due interpreti italiani di eccelso valore. A ispirarlo oltre ai diari, saggi e lettere della Woolf, i tre suoi celebri romanzi: Mrs Dalloway, Orlando e Le onde attraverso i quali, in una suggestiva coreografia astratta, ripercorre la sensibilità letteraria, artistica, umana di questa figura femminile, impegnata nei diritti delle donne ma anche vittima di violenza (gli abusi sessuali da parte dei fratellastri)  e segnata, a tredici anni, dal grande dolore per la morte della madre. Il cinema ci ha regalato una grande interpretazione di Nicole Kidman della scrittrice inglese, nel film “The Hours” (2002) di Stephen Daldry. Per chi volesse approfondire, Danza&Danza ha dedicato la copertina proprio a Woolf Works e, in prossimità dell’evento, leggerete anche le mie interviste a Alessandra Ferri per “TuttoMilano” il 4 aprile e a McGregor, il 6 aprile, su “D Repubblica”.

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Alessandra Ferri e Federico Bonelli in "Woolf Works" di Wayne McGregor alla Scala. Foto di Tristram Kenton

Il mondo letterario di una delle scrittrici più emblematiche del ventesimo secolo, Virginia Woolf (1882-1941), da molti amata, da altri ferocemente etichettata come “brava” ma “intellettuale e snob”, è stato catturato dalla visione poetica di un astro della danza inglese, il coreografo Wayne McGregor che, nel 2015, ispirato dalle epiche musiche del compositore Max Richter ha creato Woolf Works per il Royal Ballet. Un successo a cinque stelle (Olivier Award come “Best New Dance Production” e Critics Circle Award come migliore coreografia classica), interpretato da una delle nostre étoile più amate, Alessandra Ferri, di nuovo in scena alla Scala, il Teatro che l’ha vista nascere, abbandonare le scene nel 2007, ritornare dopo dieci anni con un suo cavallo di battaglia, Romeo e GiuliettaGrazie alla sua intensa, drammatica, autentica interpretazione dell’anima forte e fragile, di questa grande scrittrice, morta suicida per depressione, si è conquistata, nel 2016, il suo secondo Olivier Award for “Outstanding Achievemnt in Dance”. Al suo fianco il Principal dancer del Royal Ballet, Federico Bonelli. Woolf Works è un debutto scaligero e nazionale (Teatro alla Scala dal 7 al 20 aprile) che entra, a pieno titolo, nel cartellone dei Balletti, una nuova première con la quale si stanno misurando i nostri danzatori. Per McGregor è un ritorno felice, dopo tanti anni (l’ultima volta era il 2006 quando firmò la regia e la coreografia di Dido and Aeneas di Purcell) alla Scala, con due interpreti italiani di eccelso valore. A ispirarlo oltre ai diari, saggi e lettere della Woolf, i tre suoi celebri romanzi: Mrs Dalloway, Orlando e Le onde attraverso i quali, in una suggestiva coreografia astratta, ripercorre la sensibilità letteraria, artistica, umana di questa figura femminile, impegnata nei diritti delle donne ma anche vittima di violenza (gli abusi sessuali da parte dei fratellastri)  e segnata, a tredici anni, dal grande dolore per la morte della madre. Il cinema ci ha regalato una grande interpretazione di Nicole Kidman della scrittrice inglese, nel film “The Hours” (2002) di Stephen Daldry. Per chi volesse approfondire, Danza&Danza ha dedicato la copertina proprio a Woolf Works e, in prossimità dell’evento, leggerete anche le mie interviste a Alessandra Ferri per “TuttoMilano” il 4 aprile e a McGregor, il 6 aprile, su “D Repubblica”.

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